Un viaggio on the road è senza alcun dubbio il modo migliore e più entusiasmante per vivere appieno il fascino unico e irresistibile dell’Islanda, terra lontana caratterizzata da una natura selvaggia e incontaminata. Vero paradiso per i viaggiatori all’avventura, l’Islanda è uno scrigno di bellezze naturali tutte da scoprire.
Viaggiare in Islanda on the road richiede un grande spirito di adattamento ed è sicuramente una sfida! In questo articolo ti suggerisco un itinerario di viaggio di 10 giorni, sufficienti a girare per intero l’isola, con l’esclusione dell’impervio e quasi inaccessibile interno, andando a visitare la maggior parte delle attrazioni che questa terra può offrirti.
Prima di tutto, però, ti consiglio di leggere questo articolo dove racconto più in generale tutte le cose che è meglio sapere prima di iniziare a pianificare il tuo viaggio in Islanda: quando andare, come spostarsi, dove dormire e tanto altro!
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Islanda on the road: l’itinerario in sintesi
L’Islanda è servita da due aeroporti principali: quello di Reykjavík, usato quasi esclusivamente per i voli interni, e quello internazionale di Keflavík, dove con ogni probabilità atterrerai. Quest’ultimo si trova a circa 50 chilometri dal centro città della capitale. Direttamente al terminal dell’aeroporto potrai recuperare l’auto a noleggio: da qui comincia la tua avventura on the road in Islanda!
Giorno 1: la penisola di Reykjanes
Dopo aver ritirato l’auto all’aeroporto, inizia a guidare lungo la costa sulla strada 45 che passa per Garður. Fai qui la primissima sosta per vedere il vecchio e affascinante faro del villaggio e per avere una prima, emozionante vista sull’oceano!
Prosegui poi verso sud, sempre costeggiando l’oceano e passando per i villaggi di Sandgerði e Hafnir. La tua prossima tappa è il cosiddetto ponte sui continenti, un’attrazione molto turistica ma che merita comunque una rapida sosta: si tratta del punto di separazione tra la faglia americana e quella euroasiatica!
Qui è stato costruito un ponte che attraversa la faglia, che appare come il letto di un fiume asciutto e che si sta lentamente allargando. I cartelli Benvenuti in America e Benvenuti in Europa ai due estremi del ponte sono una perfetta trovata commerciale; il vero motivo per cui ti suggerisco questa tappa è che ti ritroverai immerso un paesaggio lunare, fatto di sabbia grigia e rocce dello stesso colore: anche sforzandoti non troverai nulla che sia di un colore diverso, e ti sembrerà di trovarti su un altro pianeta. Ti assicuro che è una stranissima sensazione!
Continua poi a guidare verso sud: ti stai inoltrando nella penisola di Reykjanes. Nell’estremo sud-ovest dell’isola si trovano le hot springs di Gunnuhver, una sorgente geotermica naturale che è la tua prossima fermata. Puoi lasciare l’auto in un parcheggio gratuito, sterrato, e inoltrarti a piedi lungo il sentiero che ti porta a esplorare questo incredibile fenomeno naturale! Ecco il primo grande contrasto islandese: sei appena passato da un ambiente lunare in scala di grigi a un paesaggio animato da colori intensi, accesi, sgargianti!
L’ambiente a Gunnuhver è particolarissimo: il terricio è molle e caldo, e nell’aria si respira un forte odore di zolfo. Lasciati ammaliare dalle fumarole, dalle pozze di fango caldo, dai getti di vapore che fuoriescono dalle fessure dal terreno e dall’acqua che ribolle grazie al calore geotermale! Concentrati sulle sfumature di colore, sui netti contrasti, sulla meraviglia della natura.
Nota: non uscire mai dai sentieri segnati. Rispetta la natura e il delicato ecosistema che stai visitando. Inoltre, ricorda che avventurarti tra le fumarole può essere molto pericoloso a causa del calore del vapore, che ovviamente fuoriesce dal terreno a 100 °C.
Dopo aver visitato Gunnuhver, guida verso est fino a raggiungere la piccola cittadina di Grindavík e prosegui fino al vulcano Fagradalsfajall. Ho parlato di questo vulcano, famoso per essersi risvegliato nel 2021 dopo molti secoli di inattività, in questo articolo, dove trovi tutti i dettagli che ti servono per affrontare l’escursione verso la bocca o verso altri punti di osservazione delle colate laviche più recenti!
In seguito all’evento storico del 2021, il Fagradalsfjall ha continuato a eruttare nei due anni successivi. L’ultima eruzione del 2023 ha addirittura dato origine a un nuovo vulcano: un evento incredibile! Ci sono tre diversi parcheggi numerati da P1 a P3, tutti a pagamento (puoi pagare via app e trovi le istruzioni sulla segnaletica in loco). Ti consiglio di parcheggiare al parcheggio di mezzo (P2) se vuoi intraprendere l’escursione di cui parlo nell’articolo.
Terminata l’escursione al vulcano, è il momento di avviarsi verso la capitale, Reykjavík, dove ti consiglio di passare la prima notte. Il suggerimento è anche quello di fare delle provviste per almeno due giorni, dal momento che per tutta la seconda giornata di viaggio non attraverserai grandi centri abitati. Per raggiungere la città prendi la strada 42 che costeggia il grande lago Kleifarvatn. Lungo la strada troverai, in prossimità del lago, uno spot fotografico molto suggestivo e una piazzola dove fermare l’auto in sicurezza. Soprattutto al tramonto, il lago con le montagne sulle sfondo e la roccia lavica modellata dal vento dalla parte opposta della strada sono uno spettacolo da non perdere!
A Reykjavík ti consiglio questo camping, situato a due passi dal centro città. I costi sono un po’ più alti rispetto alla media dei campeggi islandesi (circa 20€ a testa), ma i servizi sono di tutto rispetto: ampio spazio per le tende, una grande cucina condivisa, corrente elettrica, servizi igienici puliti e docce calde con spogliatoi.
Giorno 2: Il circolo d’oro
Dedica il secondo giorno al famoso itinerario del circolo d’oro, o golden circle. Ho raccontato di questa famosa rotta turistica in questo articolo, al quale ti rimando per tutti i dettagli che ti servono per affrontare la giornata al meglio!
Visiterai il parco nazionale di Þingvellir, l’area geotermica di Haukadalur (dove sorgono gli impressionanti geyser di Geysir e Strokkur), la bellissima cascata di Gullfoss (la cascata d’oro) e infine la spettacolare caldera di Kerið con l’omonimo lago vulcanico.
In zona esistono diversi campeggi, ad esempio questo, dove passare la notte.
Giorno 3: le grandi cascate e la spiaggia di Vík
In questa giornata visiterai alcune tra le più famose cascate islandesi: Seljalandsfoss, Gljúfrabúi e Skógafoss! Inoltre farai tappa a Vík í Mýrdal, celebre per la sua affascinante spiaggia di sabbia nera e per i suoi suggestivi faraglioni.
Come prima cosa, dirigiti però verso le cascate di Hjálparfoss. Si tratta destinazione non molto conosciuta, ma che merita assolutamente una visita: è un luogo pittoresco e poco frequentato in cui due fiumi confluenti danno origine a una doppia cascata! Puoi lasciare l’auto in un comodo parcheggio sterrato a poche centinaia di metri dall’imbocco del facile sentiero, che in appena un centinaio di metri scende al punto panoramico sulla cascata.
Fatta questa dovuta deviazione, torna a guidare in direzione di Selfoss, una piccola cittadina dove ti consiglio di fermarti a fare provviste al supermercato: per oggi questa è l’ultima occasione per farlo, a meno di fare ulteriori deviazioni, perché per tutta la giornata non passerai per altri grandi centri abitati! Da Selfoss, imbocca la Ring Road (strada 1) e continua a guidare fino alla cascata di Seljalandsfoss.
Seljalandsfoss è considerata, a ragione, una delle più spettacolari cascate d’Islanda e del mondo. Già avvicinandoti, lungo la strada, riuscirai a vederla in lontananza e ti renderai presto conto del motivo. È veramente incredibile: la cascata è alimentata da un glaciovulcano e il suo salto è di ben 60 metri! Inoltre, la sua peculiarità è il sentiero, scavato nella roccia, che consente ai visitatori di camminare dietro al suo potentissimo getto di acqua!
Il parcheggio, posto praticamente a lato della strada, è a pagamento (700 ISK, circa 6€). Per arrivare alla cascata bisogna camminare solo pochi minuti su un agevole sentiero. La parte nella roccia che passa dietro alla cascata va affrontata con un po’ di attenzione perché il posto è sempre molto frequentato e le rocce sono costantemente bagnate (e rese scivolose) dall’acqua della cascata stessa. A proposito: non dimenticare una mantella o una giacca impermeabile, perché ti bagnerai completamente! La potenza della cascata è infatti tale da inondare completamente il sentiero e gli escursionisti che lo percorrono!
Subito dopo aver visto da vicino Seljalandsfoss, continua a camminare lungo il sentiero che si spinge verso nord e che arriva a quella che alcuni chiamano la cascata segreta. Il suo vero nome è Gljúfrabúi e non puoi perdertela: è parzialmente nascosta all’interno di uno strettissimo canyon, e dà origine a una piscina naturale altamente spettacolare.
Per accedere all’interno della cavità bisogna attraversare il corso d’acqua del fiume che scende dalla cascata, camminando sulle rocce. Ti consiglio delle scarpe impermeabili, perché il rischio di bagnarsi i piedi è molto alto! Inoltre anche qui ti servirà una mantella, perché gli schizzi d’acqua sulle pietre all’interno della cavità ti bagneranno: sarà come stare sotto la pioggia battente!
Nella stessa zona sorge anche la meno nota cascata di Drífandi. Se hai del tempo visitala, ma sappi che non si tratta di una tappa irrinunciabile. Subito dopo rimettiti in auto e dirigiti verso Skógafoss, probabilmente la madre di tutte le cascate islandesi!
Skógafoss è alta, imponente, quasi mostruosa! Sebbene il salto sia di 60 metri, al pari di Seljalandsfoss, questa cascata è molto più larga, addirittura 25 metri, e impone molta soggezione! Durante le giornate di sole è molto comune assistere a un doppio arcobaleno che si manifesta di fronte all’impressionante muro d’acqua.
Se hai la fortuna di visitare Skógafoss con il cielo sereno, dunque, approfittane per scattare delle fotografie super; ma non disperare se invece dovesse piovere (probabilissimo!) o se le nuvole dovessero farla da padrona: anche in queste tetre condizioni climatiche questo luogo è assolutamente affascinante!
Dopo aver parcheggiato l’auto (questa volta il parcheggio è gratuito), potrai arrivare fino ai piedi della cascata camminando solo pochi minuti. Potrai arrivare proprio fino al muro d’acqua, anche se ovviamente ciò è praticamente impossibile a causa degli spruzzi che, a un certo punto, ti investiranno come una vera e propria bomba d’acqua! Inutile dirti che anche qui devi essere equipaggiato con vestiti impermeabili e una mantella!
Se non hai paura di avventurarti lungo una scalinata di quasi 500 scalini, puoi inoltre salire fino a una terrazza panoramica che si sporge proprio sul salto della cascata, garantendoti una vista sensazionale: vedrai da vicino la potenza incredibile dell’acqua e le scogliere, popolate da centinaia di gabbiani, che fanno da contorno a Skógafoss!
In cima alla scalinata si trova anche il punto di partenza di un lungo itinerario di trekking, noto come Fimmvörðuháls: un sentiero di quasi 26 chilometri che si spinge tra i ghiacciai Eyjafjallajökull e Mýrdalsjökull. Questo percorso è riservato a escursioni molto esperti! E quando gli islandesi dicono di fare attenzione c’è da credergli, dal momento che tendono molto spesso a sottovalutare il pericolo!
Ti manca ancora un’ultima, fondamentale tappa: la spiaggia nera di Vík í Mýrdal. Da Skógar, questo piccolo villaggio si raggiungere un circa mezz’ora sempre procedendo sulla Ring Road. A circa metà strada potresti voler fare una fermata intermedia per andare a vedere con i tuoi occhi i resti di un aereo statunitense schiantosi sulla spiaggia di Sólheimasandur nel 1973. Una volta lasciata l’auto in un parcheggio vicino alla strada, dovrai camminare per diversi chilometri sulla spiaggia fino a raggiungere i resti del velivolo, divenuto oramai un’attrazione fin troppo turistica. In questo caso metti in conto almeno due ore tra andata e ritorno. Se non hai molto tempo, ti consiglio di saltare questa tappa e dedicare piuttosto più tempo alla successiva!
Quando arrivi a Vík, dirigiti verso la spiaggia e verso i faraglioni di Reynisdrangar. Non si tratta di una spiaggia qualsiasi: ne ho parlato in questo articolo che ti consiglio di leggere prima di visitare il villaggio! Le emozioni che è in grado di regalarti e le sensazioni che ti trasmette sono semplicemente uniche e molto intense. Recati anche alla vicina spiaggia di Reynisfjara per vedere con i tuoi occhi anche la scogliera di basalto con la relativa grotta!
È stata una giornata molto intensa e le tappe di oggi sono terminate, ma il tuo viaggio in auto ancora no: per guadagnare tempo per le prossime giornate ti consiglio di tenere duro e continuare a guidare un’altra ora fino a Kirkjubæjarklaustur. In questa località dal nome impronunciabile si trova un ottimo campeggio dove ti suggerisco di fermarti per la notte!
Giorno 4: il grande ghiacciaio, Múlagljúfur e Diamond Beach
Tieniti pronto, perché stai per vivere una giornata indimenticabile tra ghiacciai, canyon e laghi glaciali! Lascia di buon’ora Kirkjubæjarklaustur, se come ti ho suggerito hai pernottato qui, e riprendi a guidare sulla Hringvegur. Dovrai percorrere poco più di settanta chilometri prima di arrivare alla tua prima tappa, che raggiungerai in circa un’ora: stai per vedere con i tuoi occhi il ghiacciaio Svínafellsjökull, lingua del grande Vatnajökull, così spettacolare da essere stato scelto da Christopher Nolan come set di alcune scene del colossal Interstellar!
Ho parlato del ghiacciaio Svínafellsjökull e di questa indimenticabile escursione in questo articolo, al quale ti rimando per tutti i dettagli che ti servono!
Dopo la visita al ghiacciaio, dirigiti verso il canyon Múlagljúfur, che si trova a una quarantina di chilometri da Skaftafell sempre procedendo sulla Ring Road. Quest’escursione è un altro must di ogni viaggio in Islanda e sono sicuro sarà uno degli highlights della tua avventura! Ne ho parlato in questo articolo, dove troverai informazioni dettagliate su come arrivare, dove parcheggiare e come affrontare il breve ma stupendo trekking che ti porterà fino alla sommità del canyon!
Prenditi un attimo per riprenderti dalla bellezze sconvolgenti a cui hai appena assistito … ma sappi che la giornata non è ancora finita! Ad appena quindici chilometri di distanza dal canyon si trovano la laguna glaciale di Jökulsárlón e la famosissima spiaggia di Diamond Beach! In circa venti minuti arriverai al parcheggio (gratuito) e potrai ammirare i giganteschi iceberg muoversi lentamente verso l’oceano, proprio come ho raccontato in questo articolo!
Come punto di sosta per la notte ti consiglio la città di Höfn, che dista ottanta chilometri circa da Diamond Beach, dove puoi trovare un buon camping o una comoda guesthose. Höfn è una piccola cittadina, ma è comunque uno dei centri abitati principali della costa orientale islandese: qui avrai modo di fare rifornimento all’auto, fare scorte di cibo e molto altro, e se lo desideri anche di cenare in qualche locale tipico.
Giorno 5: Seyðisfjörður, guidando verso nord
Le precedenti giornate sono state all’insegna di tante e incredibili bellezze naturali, che ti hanno riempito occhi e mente. Questa quinta giornata di viaggio sarà invece un po’ meno ricca di attrazioni e più dedicata alla guida lungo la costa orientale dell’Islanda! Le tappe principali sono il villaggio vichingo e il promontorio di Stokksnes, la bellissima e caratteristica cittadina di Seyðisfjörður e l’incredibile canyon di basalto di Stuðlagil!
Da Höfn rimettiti sulla Ring Road e procedi verso nord, costeggiando l’oceano. Parti molto presto, perché dovrai guidare a lungo oggi! La prima fermata, tuttavia, si trova ad appena venti minuti dalla città: segui le indicazioni per il villaggio vichingo e prendi la deviazione che vi ci porta. Dovrai percorrere un tratto di strada sterrato in discesa per arrivare fino al Viking Cafè, un locale tipico dove puoi acquistare il biglietto di ingresso per visitare il villaggio (la tariffa è di 800 ISK, circa 6€).
Questo villaggio vichingo altro non è che il set di un film che non è di fatto mai stato girato, ma per il quale sono state ricostruite le tipiche abitazioni in legno con il tetto in torba e persino una nave vichinga. Pur essendo una tappa estremamente turistica, il posto merita una visita, non fosse altro per andare a vedere il promontorio di Stokksnes, un luogo mistico e molto suggestivo! Qui, alle pendici dell’imponente monte Vestrahorn, l’oceano incontra una piccola baia dalla spiaggia nera. Lo scenario è pazzesco! Inoltre, questo può essere un buon punto per osservare le foche!
Riprendi a guidare sulla Hringvegur: stai procedendo verso Seyðisfjörður, che tuttavia è ancora molto lontana. Ti consiglio di fare una sosta intermedia, ad esempio a Breiðdalsvík, che dista 150 chilometri (2 ore e 15 circa) e dove puoi pranzare prima di rimetterti in viaggio. Inoltre, un altro suggerimento è di fare delle brevi soste lungo la strada (sempre e solo in sicurezza) in prossimità dei bellissimi fari che punteggiano la costa o dei vari punti panoramici indicati dalla segnaletica e da qualsiasi mappa.
Da Breiðdalsvík (cittadina che ha ben poco da offrire) hai due possibilità per raggiungere Seyðisfjörður: la prima è continuare a seguire la Ring Road per altri 120 chilometri, seguendo per un tratto la costa per poi puntare verso Egilsstaðir. La seconda opzione, leggermente più breve (110 chilometri) ma meno spettacolare, è quella di prendere la strada 95 che taglia verso l’interno e giunge più rapidamente a Egilsstaðir.
In entrambi i casi, da questa cittadina si deve prendere poi la bellissima strada 93, unica via di accesso a Seyðisfjörður. Questa strada, altamente scenografica, ricorda moltissimo i passi di montagna alpini: si inerpica con una serie di tornanti attraverso le alture dei fiordi orientali per poi ridiscendere verso l’oceano.
Seyðisfjörður è un piccolo villaggio, celebre per le sue coloratissime case e per la sua fotografatissima chiesa Seyðisfjarðarkirkja, di color celeste e preceduta da una lunga camminata arcobaleno. Ti trovi infatti in una nazione incredibilmente aperta alle diversità e che le sostiene usando in abbondanza i colori dell’arcobaleno.
Il villaggio non è molto grande, ma dedicagli ugualmente del tempo e perditi tra le sue stradine lasciandoti affascinare dai colori accesi delle abitazioni tipiche e dalla vista sensazionale sul fiordo. A Seyðisfjörður puoi approfittarne anche per acquistare maglioni e cappellini in lana, articoli tipici islandesi e fatti rigorosamente a mano da anziane e gentilissime signore. Unica nota: sono prodotti di altissima qualità ma molto, molto costosi!
La giornata è ancora molto lunga: riprendi la strada 93 e torna indietro verso Egilsstaðir. Da qui dirigiti verso il canyon di basalto di Stuðlagil, che dista un centinaio di chilometri da Seyðisfjörður. L’ultimo tratto di strada è sterrato e molto sconnesso, quindi dovrai procedere lentamente e con attenzione! Del resto, la visita al canyon non porta via molto tempo ed è parecchio soddisfacente, dunque ne vale la pena!
Stai per lasciare la costa orientale dell’isola e i suoi fiordi (l’itinerario che ti sto proponendo non si addentra nei fiordi orientali solo per una questione di tempo, ma avrai modo di vedere invece quelli occidentali che sono persino più spettacolari). Punta quindi verso nord, dirigendoti verso la città di Húsavík, ai margini della penisola di Tjörnes. Il tragitto è lungo: ti aspettano 190 chilometri che percorrerai in circa due ore e mezza in auto!
Un camping eccezionale in cui dormire è il Camping 66.12 NORTH, il cui nome è ispirato dal fatto che sorge in prossimità del sessantaseiesimo parallelo (ovvero … il circolo polare artico!). Altrimenti, a Húsavík puoi scegliere di dormire in un albergo o in una guesthouse.
Riposati: è stata una giornata massacrante con oltre otto ore di guida!
Giorno 6: Goðafoss, la regione di Mývatn e Akureyri
Ti aspetta un’altra giornata di guida: quella di oggi sarà una vera e propria traversata dell’Islanda del nord puntando verso occidente e facendo tappa, nel mezzo, alla magnifica cascata di Goðafoss e nella magica città di Akureyri.
La penisola di Tjörnes è considerata un ottimo punto di osservazione per foche e balene: dedica del tempo ad esplorarla e cerca tutti i punti panoramici sull’oceano e sul faro che domina la baia. Scendi poi, seguendo la strada 85, verso Dettifoss. Si tratta della cascata più potente d’Islanda e d’Europa, con una portata di oltre 200 tonnellate d’acqua al secondo che si gettano all’interno di un canyon: numeri impressionanti e inimmaginabili! La cascata è larga 44 metri e alta 100.
Si accede a Dettifoss tramite un sentiero ben segnalato che si inoltra per alcuni chilometri all’interno di un ambiente lunare: ti sembrerà di avere di fronte agli occhi un filtro in scala di grigi! Già a distanza potrai sentire il boato impressionante della cascata, e una volta di fronte alla sua imponenza assisterai a uno spettacolo spaventoso: l’acqua resa grigiastra dai sedimenti glaciali precipita con una potenza inaudita all’interno della gola!
Dopodiché, dirigiti verso Húsavík, cittadina portuale molto graziosa che merita assolutamente di essere visitata! Da qui partono inoltre le escursioni in barca che ti portano al largo per tentare l’osservazione delle balene, nel caso ti interessasse provarci! Tieni in considerazione che queste escursioni sono costose e portano via molto tempo!
Da Húsavík è il momento di puntare verso sud e tornare sulla strada 1, la Ring Road, per andare a visitare la regione del lago Mývatn! Si tratta di una zona particolarmente interessata da fenomeni di vulcanismo, trovandosi vicinissima al temibile vulcano Krafla, e geotermali.
La strada che scende verso Mývatn è in assoluto una delle più belle e spettacolari su cui ti troverai a guidare in questo viaggio, quindi goditela! Tra saliscendi vertiginosi e panorami da togliere il fiato, la Ring Road ti porterà in prossimità del lago Mývatn.
A rapirti e lasciarti letteralmente sconvolto, già a distanza, sarà il cosiddetto Lago Blu: uno specchio d’acqua il cui colore azzurro è così intenso da dare l’impressione di essere illuminato artificialmente! Non riuscirai a credere ai tuoi occhi! L’acqua è molto calda, a 45 °C, e il bagno è vietato proprio per questo motivo, oltre che per la presenza di hot spot dovuti al vulcanismo della zona.
Visita poi la zona geotermica di Hverir, ennesima dimostrazione dell’eccezionale diversità dei paesaggi islandesi! A stupirti saranno i colori, così accesi e intensi, oltre all’odore di zolfo che ti entrerà nei polmoni e alla fine polverina gialla che ti annebbierà la vista. Cammina tra le pozze di fango caldo, le fumarole e le solfatare di Hverir, mentre senti il calore del terreno attraverso la suola delle scarpe: è un’esperienza bellissima!
Spostati poi verso la caldera del vulcano Krafla, che ospita al suo interno un bellissimo e azzurrissimo lago. La sommità della caldera si raggiunge in auto, in pochi minuti da Hverir. Il lago può essere ghiacciato fino alla primavera inoltrata: nel mese di maggio lo era, ma non per questo è stato meno spettacolare!
Visita brevemente la grotta chiamata Grjótagjá, un’antica cava lavica con fonte geotermale dove l’acqua appare di un colore blu intenso ed è ovviamente calda! Questo luogo è celebre perché qui sono state girate alcune scene della serie TV “Il trono di spade”. Purtroppo oggi questa grotta non è balneabile a causa del rischio crolli e anche per un motivo prettamente turistico. È comunque possibile scendere fino alla superficie dell’acqua per ammirarne il colore.
Lungo la strada puoi fermarti inoltre alla cosiddetta Hot Spring Shower, una trovata sicuramente turistica e commerciale ma comunque interessante: si tratta di una vera e propria doccia nel bel mezzo del nulla, con acqua calda geotermale che fuoriesce dal terreno!
Fai infine una tappa al lago Mývatn, che ha la particolarità di ospitare piccoli isolotti di lava. Il lago è molto grande e ci sono molti spot panoramici. Per quanto sia bello, ti consiglio però di non perdere troppo tempo: rimettiti piuttosto in marcia verso la cascata di Goðafoss, alla quale dovresti cercare di arrivare per pranzo.
Goðafoss dista 55 chilometri da Hverir, e si raggiunge in meno di un’ora guidando sulla Ring Road. Si tratta di una meta particolarmente turistica, una delle poche del nord, perché è ritenuta una delle grandi cascate islandesi. A tutti gli effetti, questa cascata è enorme e imponente. Il suo nome, non a caso, significa La cascata degli Dei.
Akureyri è l’unica grande città dell’Islanda del nord, e la città più grande dopo la capitale. Dista appena mezz’ora di auto da Goðafoss. Tornare ad affrontare il traffico di una città dopo aver guidato per centinaia di chilometri nel selvaggio e spoglio nord-est, seppur molto contenuto e per nulla caotico, può essere un discreto shock!
Nota: per arrivare ad Akureyri la strada più breve prevede il passaggio all’interno di una galleria a pedaggio, l’unica che troverai in tutta l’isola
Il pagamento deve essere effettuato online e in anticipo da questo sito. Esiste però una deviazione, che ti consiglio di prendere perché non ti farà perdere troppo tempo, che aggira il tunnel e ti consente di arrivare in città senza pagare pedaggi.
Ciò che subito appare chiaro è come Akureyri sia una città a misura d’uomo, che riesce a vivere in modo lento e rilassato nonostante il suo status di “capitale del nord”. Gli edifici storici e caratteristici si mischiano con elementi più moderni, come ad esempio la chiesa luterana che domina la città e che è denominata Akureyrarkirkja. Dedica del tempo all’esplorazione della città: ne vale la pena!
La traversata di oggi prevede ancora un discreto chilometraggio da percorrere in auto: è necessario che tu raggiunga un buon punto di partenza per poter affrontare con tranquillità, domani, la regione dei fiordi occidentali. Ti suggerisco quindi di continuare a guidare, dopo Akureyri, per altri 200 chilometri verso ovest, sempre seguendo la Ring Road, fino ad arrivare il più vicino possibile all’imbocco della strada per i fiordi (che si diparte proprio dalla Strada 1). Puoi ad esempio soggiornare nei pressi di Borðeyri, dove sorge un bellissimo camping con possibilità anche di dormire eventualmente in un cottage per una notte più comoda dopo le fatiche degli ultimi giorni.
Prima di arrivare a Borðeyri, fai una breve tappa intermedia alla Grafarkirkja, la chiesa più antica d’Islanda! Si tratta di una costruzione in legno risalente addirittura al 1200 e con il particolarissimo tetto in torba. Non è possibile purtroppo accedere all’interno della chiesa.
Giorno 7: i fiordi occidentali
Stai finalmente per fare il tuo ingresso nella remota regione dei fiordi occidentali islandesi, un itinerario che spesso viene tagliato fuori dai tour più turistici dell’isola per una semplice ragione: la Ring Road, poco prima del fiordo di Borðeyri, punta verso sud tornando in direzione di Reykjavík. Per entrare nella cosiddetta regione dei westfjords bisogna infatti lasciare la comoda strada ad anello e avventurarsi lungo una serie di strade secondarie che in molti casi sono sterrate, impervie e sconnesse.
Le strade della regione dei fiordi sono però altamente spettacolari, e ti consentono di raggiungere luoghi ancora più selvaggi e desolati rispetto a quelli che hai attraversato fino a questo momento!
Nota: stai per entrare in una regione remota, altamente selvaggia e scarsamente abitata. Fai rifornimento all’auto e riempi il serbatoio prima di lasciare Borðeyri. Rabbocca a ogni distributore che trovi lungo la strada, anche se ti sembra inutile: le pompe di benzina sono poche, distano molti chilometri una dall’altra, e inoltre non puoi mai sapere con certezza se saranno funzionanti. Non rischiare!
Da Borðeyri punta verso nord seguendo dapprima la strada 68 e successivamente la 61, passando per la piccola cittadina di Hólmavík. Circa due ore più tardi inizierai finalmente ad affrontare i fiordi: la strada segue il loro sinuoso andamento, e ti sentirai davvero piccolo e impotente di fronte alla meraviglia della natura e di questi paesaggi incredibili: la vista dei fiordi, innevati, che precipitano a strapiombo nell’oceano è sensazionale! Guidare nei fiordi può però anche essere frustrante: per percorrere pochi chilometri in linea d’aria, la strada può impiegare ore!
Sei diretto a Ísafjörður. Ti consiglio di fare delle tappe intermedie per spezzare il lungo viaggio e per godere con calma della meraviglia di questi luoghi magici. Una fermata obbligatoria è sicuramente quella di Súðavík, un piccolo e remoto villaggio incastonato nel bel mezzo del fiordo di Álftafjörður e caratterizzato da case coloratissime e da una bellissima chiesa che si affaccia direttamente sul fiordo.
Ísafjörður dista 325 chilometri da Borðeyri e dovresti poterla raggiungere in poco più di quattro ore di auto. Il suo nome significa “il grande fiordo”, e c’è un motivo: questa cittadina domina l’omonimo fiordo, uno dei più spettacolari dei westfjords, e possiede lo status di centro abitato più importante dei fiordi occidentali! In questa cittadina troverai un po’ di tutto: ti suggerisco di fermarti qui per pranzare e per fare rifornimento all’auto, ma anche di fare scorte di cibo e altre necessità in un supermercato.
Anche a Ísafjörður si sente forte lo spirito di inclusione e tolleranza tipico del popolo islandese: come in altre città, anche qui i colori dell’arcobaleno sono ovunque, e si ritrovano anche nei colori accesi delle abitazioni che si affacciano sui fiordi e sull’oceano. Per le sue strade non manca neppure l’arte: una peculiarità di Ísafjörður sono le strisce pedonali tridimensionali, una trovata semplice ma molto divertente!
Da Ísafjörður partono anche le escursioni verso la remotissima regione dell’Hornstrandir, una riserva naturale a dir poco inaccessibile e raggiungibile solo via oceano. Avventurarsi in questa regione, considerato l’ultimo angolo selvaggio e incontaminato d’Europa, è consigliato solo ed esclusivamente a escursionisti molto esperti, in grado di sopravvivere più giorni in condizioni proibitive (anche in piena estate sono possibili improvvise e copiose nevicate) e senza la presenza di strutture ricettive né di appoggio di alcun tipo. Persino i soccorsi, a Hornstrandir, sono limitati.
Dopo aver dedicato il giusto tempo a Ísafjörður, prendi la strada Vestfjarðarvegur verso sud. Supera un lunghissimo tunnel a singola corsia, dove in modo un po’ assurdo dovrai fermarti più volte sulla destra per far transitare le auto provenienti dal lato opposto! Una volta uscito dal tunnel il paesaggio tornerà a mozzarti il fiato: la strada attraversa scenari da cartolina in cui la natura regna incontrastata, e passa su incredibili dighe costruite per oltrepassare le insenature di alcuni piccoli fiordi.
La tua prossima tappa è la cascata di Dynjandi. Da Ísafjörður si raggiunge in circa 50 minuti, e già avvicinandoti in auto riuscirai a scorgerne la magnificenza. Gli ultimi 30 chilometri sono su strada sterrata, seppur tenuta molto bene! Pur essendo meno conosciuta rispetto alle più blasonate Goðafoss e Skógafoss, solo per il fatto di trovarsi in una regione più remota e meno accessibile, Dynjandifoss è una delle più imponenti e spettacolari cascate islandesi, con i suoi 100 metri di altezza! Per fare un confronto, Skógafoss è alta “solo” 60 metri!
Per arrivare alla cascata si prende una deviazione ben segnalata lungo la strada 60 e si arriva in un parcheggio sterrato. Da qui un sentiero attrezzato e turistico conduce a diverse piccole cascate intermedie fino ad arrivare alla gigantesca Dynjandifoss. Da questa posizione privilegiata si può vedere da una parte l’imponenza della cascata mentre dall’altra si ha una vista sensazionale sulla baia del fiordo che la ospita e nel quale si getta il fiume Dynjandisá, dal quale si origina appunto la cascata.
Punta ora verso la baia di Breiðavík, che sarà anche il punto di sosta per questa lunga ma bellissima giornata di viaggio! La strada è ancora lunga: da Dynjandi ti aspettano altre due ore di auto. Segui la strada 60 e successivamente la 63. In prossimità di Patreksfjörður, svolta a sinistra sulla 62 e prosegui fino al bivio con la 612, una strada secondaria che sarà una vera e propria avventura! Il tragitto è completamente sterrato e molto divertente da affrontare con una macchina 4×4, ma sicuramente stancante e provante anche per via dei continui saltelli e delle vibrazioni dell’auto!
Fai una tappa a Tungurif, chiamata anche Golden Beach, una splendida spiaggia con sabbia dorata e dove il colore turchese dell’oceano non ha assolutamente nulla da invidiare alle baie tropicali. A fare da contorno, però, ci sono verdissime scogliere che terminano a strapiombo nel mare! Scendere fino alla spiaggia non è semplice e ti sconsiglio di farlo (il sentiero è molto ripido e spesso impraticabile), ma puoi comunque fare una sosta in auto per ammirare la spiaggia e scattare delle fotografie.
Continua a guidare fino a Breiðavík, punto di arrivo di questa lunghissima ed estenuante giornata di viaggio! Questo villaggio è celebre per la sua spiaggia dorata, incorniciata da scogliere rocciose, che è considerata la più bella d’Islanda.
Ti consiglio di pernottare, se dormi in tenda, al camping che sorge quasi in riva all’oceano: nulla batterà la sensazione di svegliarsi al mattino di fronte alla vastità dell’Atlantico! Per una notte più comoda puoi sempre soggiornare all’hotel che si trova poco distante.
Giorno 8: il punto più occidentale d’Europa
Svegliarsi in riva all’Oceano Atlantico non ha prezzo: ti suggerisco di iniziare la giornata facendo una passeggiata sulla spiaggia di Breiðavík, che molti considerano appunto la più affascinante d’Islanda. Per raggiungere la spiaggia bisogna camminare per 15/20 minuti sulla sabbia, perché non è raggiungibile in altro modo, ma ne vale assolutamente la pena! Prenditi il tuo tempo, perché l’itinerario di oggi non è particolarmente intenso e puoi quindi tenere un ritmo molto più rilassato rispetto alle giornate precedenti.
Dopo aver lasciato Breiðavík, riprendi la spettacolare strada sterrata 612 e prosegui la tua avventura verso la scogliera di Látrabjarg, celebre per essere il punto più occidentale d’Europa! Presta attenzione perché la strada è molto stretta e tortuosa! Prima di arrivare alla scogliera attraverserai un minuscolo villaggio, Ásgarður, letteralmente costituito da una manciata di abitazioni.
La scogliera di Látrabjarg è un luogo dove il tempo sembra fermarsi: l’oceano si abbatte con ferocia su vertiginosi strapiombi di roccia. Lascia l’auto nel comodo parcheggio posto prima dell’inizio del sentiero, dopodiché avventurati iniziando a risalire la scalinata che porta verso la sommità, dove potrai camminare a pochi metri dal precipizio ma sempre lungo un sentiero ben tracciato e soprattutto sicuro. Non uscire mai dalla traccia e non avvicinarti troppo agli strapiombi perché il terreno è cedevole oltre che umido e scivoloso!
Látrabjarg è anche noto per essere un ottimo punto di avvistamento per l’uccello simbolo dell’Islanda: il puffin o pulcinella di mare. Se sarai fortunato potrai quindi vedere da vicino questo bellissimo e simpatico volatile; in caso contrario potrai sempre lasciarti stupire da quanti gabbiani affollino i minuscoli anfratti nella roccia delle scogliere e da quanti ne vedrai girare in tondo sorvolando con eleganza l’oceano. Prenditi un attimo di tempo per contemplare l’immensità dell’oceano e per realizzare che in questo momento ti trovi più vicino al continente americano che non a quello europeo: la Groenlandia è molto più vicina di quanto non sia la Norvegia!
Terminato il trekking alla scogliera, ti aspetta un lungo viaggio in auto che ti porterà a uscire dalla selvaggia e remota regione dei fiordi occidentali. Riprendi ancora una volta la sterrata 612 in direzione opposta (non ci sono altre strade che tornano verso est) fino all’incrocio con la 62. Dopo aver preso quest’ultima, segui le indicazioni per Reykjavík, anche se ovviamente ti fermerai molto prima: la tua prossima meta è la bellissima penisola di Snæfellsnes.
Anche una volta tornato sulla strada asfaltata, presta moltissima attenzione nella guida mentre esci dai fiordi: qui il vento può essere davvero forte e le violente raffiche possono persino opporti resistenza. Tieni sempre salda la presa sul volante e tieniti pronto a correggere la traiettoria quando avverti che il vento ti sta spostando il veicolo! Lungo la strada ci sono anche molti segnali di pericolo legati proprio alle raffiche di vento!
Dopo circa quattro ore e 270 chilometri arriverai a Búðardalur, dove troverai nuovamente il contatto con la civiltà: qualche bar e ristorante, guesthouse, alberghi e campeggi dove fermarti per la notte. L’alternativa è tornare a Borðeyri. Ti sconsiglio invece di proseguire verso sud perché non troverai grandi centri abitati prima di entrare nella regione di Snæfellsnes: riposati e preparati per la penultima giornata di viaggio!
Giorno 9: La penisola di Snæfellsnes
Da Búðardalur mettiti in viaggio sulla strada 54 in direzione del Monte Kirkjufell, uno dei luoghi più celebri e fotografati di tutta l’Islanda! Stai per entrare nella bellissima regione di Snæfellsnes, caratterizzata da paesaggi molto diversi da quelli che hai visto fino ad ora: qui troverai un ambiente ugualmente selvaggio ma meno desolato rispetto ai fiordi. Guida per un centinaio di chilometri (un’ora e quaranta circa) fino a raggiungere il parcheggio, a pagamento, dove puoi lasciare l’auto.
Il Monte Kirkjufell, letteralmente il monte a forma di chiesa, ha una forma conica e caratteristica che lo rende particolarmente suggestivo. Famosa specialmente per le piccole cascate che si trovano a poca distanza, che prendono il nome di Kirkjufellsfoss, questa montagna è un po’ il paradiso di tutti i fotografi perché nei giusti spot garantisce degli scatti davvero incredibili. Il sentiero, turistico, passa vicino alle cascate e arriva fino a un’insenatura, che a prima vista potrebbe sembrare un lago, dove se non tira vento (evento abbastanza insolito, a dir la verità!) il monte si riflette perfettamente.
Punta ora verso la spiaggia di Skarðsvík, un vero gioiello di questa penisola. Si tratta di una spiaggia dorata, sperduta e poco turistica, molto diversa rispetto a tutte le altre spiagge islandesi ma altrettanto spettacolare! Per arrivare alla spiaggia si deve prendere una deviazione sterrata, tortuosa e molto stretta che conduce lentamente verso il parcheggio. La strada è percorribile senza problemi anche senza un veicolo 4×4, ma sarebbe comunque preferibile avere la trazione integrale! Poco prima di scendere verso la spiaggia ci sono inoltre dei tavolini da pic-nic dove eventualmente consumare un pranzo al sacco.
Nei pressi di Skarðsvík sorgono due meravigliosi fari che vale assolutamente la pena di visitare: Öndverðarnesviti e Svörtuloft. Se non riesci a visitarli entrambi, scegli il secondo. Anche in questo caso per arrivare fino ai fari devi affrontare delle strade molto dissestate. Sii sempre cosciente, e se ti rendi conto che il tuo veicolo non è adatto a percorrere la strada, fermati in sicurezza e prosegui a piedi (oppure rinuncia e torna indietro!).
Il faro di Svörtuloft svetta in cima a un promontorio da cartolina: vertiginose scogliere a picco sull’oceano, simili a quelle di Látrabjarg, sono le protagoniste di tutta questa porzione di costa. Ti consiglio quindi di dedicare del tempo ad esplorare i dintorni e di perderti a contemplare la bellezza della natura che ti circonda. Anche qui la fauna è molto variegata: potrai esservare innumerevoli specie di volatili diverse!
Riprendi l’auto per raggiungere l’ultima meta della giornata: Búðir e la sua celeberrima chiesa nera, chiamata Búðakirkja. Inverti il senso di marcia e torna indietro fino allo svincolo che hai preso in precedenza per raggiungere la spiaggia di Skarðsvík. Prendi poi la strada 54 e seguila per una ventina di chilometri fino a raggiungere il piccolo villaggio di Búðir. Puoi parcheggiare l’auto gratuitamente in uno spiazzo proprio di fronte alla stupenda chiesa.
Come molte altre mete, la Búðakirkja è un’attrazione molto turistica e quindi metti in conto di trovare moltissimi turisti. Una buona idea è quella di pianificare gli spostamenti in modo tale da arrivare a Búðir abbastanza tardi, quando l’afflusso sarà probabilmente minore. Se la chiesa nera del villaggio è un punto di riferimento di indiscutibile fascino, anche il paesaggio che le fa da contorno è eccezionale: le montagne, l’oceano, e soprattutto lo stratovulcano Snæfellsjökull ricoperto dall’omonimo ghiacciaio. Un vero spettacolo!
Il tuo incredibile viaggio in Islanda è quasi giunto al termine: stai per completare l’anello dopo quasi 10 giorni on the road! Reykjavík dista 180 chilometri, che puoi percorrere in circa due ore e mezza rimettendoti sulla Ring Road dopo esserti lasciato alle spalle la penisola di Snæfellsnes. Puoi spezzare il viaggio a Borgarnes, una piccola cittadina dove se vuoi puoi fermarti a cenare o dormire.
Ti suggerisco di arrivare fino a Reykjavík e pernottare in città, così da poter dedicare l’ultima giornata all’esplorazione della capitale islandese.
Giorno 10: il centro di Reykjavík
Eccoti di nuovo a Reykjavík, punto di partenza e di arrivo di questa assurda avventura in Islanda! La scelta migliore per gestire l’ultimo giorno di viaggio, in funzione del tempo che avrai a disposizione (che probabilmente dipenderà in larga misura dall’orario del tuo volo di rientro), è di rimanere in città e scoprire cosa ha da offrirti. Dopodiché potrai spostarti verso l’aeroporto di Keflavík.
Reykjavík è una città piuttosto piccola per essere una capitale, ma al contempo è considerata una grande città per gli standard dell’Islanda ed è densamente popolata: oltre due terzi degli islandesi vivono infatti nella capitale o negli immediati dintorni. Il traffico può essere un problema solo nelle ore di punta, ma non è caotico o nevrotico come nelle capitali europee: si tratta di una città accogliente e vivibile.
Famosa per la sua vita notturna, soprattutto nei mesi estivi in cui il sole scende sotto l’orizzonte solo per pochissime ore, Reykjavík è una città che pullula di locali, bar e ristoranti per tutti i gusti. Come ormai avrai capito, l’Islanda è una nazione molto costosa e la sua capitale ovviamente non può fare eccezione: qui il costo della vita è molto più elevato rispetto alle altre zone dell’isola. Mangiare fuori è una spesa non indifferente, e inoltre l’alcol in Islanda è fortemente scoraggiato da prezzi da capogiro. Puoi approfittare degli happy hour per bere un drink o una birra a prezzi accessibili.
Ti consiglio di visitare assolutamente la Hallgrímskirkja, ovvero la moderna cattedrale di Reykjavík. In pieno stile islandese (e molto simile a quello della cattedrale di Akureyri), la Hallgrímskirkja è molto affascinante e il suo campanile, alto 73 metri, la rende decisamente imponente. L’ingresso alla cattedrale è gratuito, e ti consiglio di farlo non fosse altro che per ammirare lo splendido organo che si trova al suo interno. Inoltre è possibile salire fino alla sommità del campanile (la salita viene effettuata in ascensore, obbligatoriamente) pagando un biglietto.
Da lassù la vista sulla città è molto appagante: potrai notare come, nonostante la modernità di alcuni palazzi, questa capitale abbia mantenuto intatto il fascino della semplicità. Il centro città, caratterizzato da edifici colorati, murales e altre opere artistiche, è sicuramente pittoresco. In generale, Reykjavík è una città che riesce a combinare bene modernità e tradizioni.
Esplora poi il centro città a piedi, perdendoti tra i suoi vicoli e lasciandoti stupire dai colori, dall’arte che sembra essere in ogni angolo e su ogni edificio. Puoi spingerti fino alla Harpa Concert Hall, un edificio moderno realizzato interamente in vetro e molto suggestivo.
Conclusioni
L’itinerario che ti ho proposto e che ho descritto in questo articolo ti permette di vedere gran parte di ciò che l’Islanda ha da offrirti in 10 giorni di avventura on the road. Ovviamente non è possibile pensare di non tralasciare nulla: quest’isola meriterebbe sicuramente molto più tempo per essere esplorata in ogni suo aspetto. Tuttavia, 10 giorni sono sufficienti per cogliere la sua natura selvaggia, violenta e aspra, per vivere le sue terre desolate e per avventurarsi anche nelle zone più remote. Come già detto, l’interno dell’Islanda non può invece essere visitato in modo semplice e richiede preparazione e mezzi appropriati.
Se stai per affrontare un viaggio in Islanda e hai dubbi o domande, fammelo sapere nei commenti oppure contattami direttamente! Posso aiutarti a organizzare il tuo viaggio: scrivimi e stenderemo insieme il tuo itinerario su misura!