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Westfjords, i fiordi occidentali islandesi: viaggio nell’Islanda più selvaggia

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L’Islanda, si sa, è un’isola estremamente selvaggia. Con i miei racconti ti ho già mostrato tante delle sue meraviglie, ma oggi voglio parlarti della remota regione dei fiordi occidentali islandesi: un itinerario che troppo spesso viene tagliato fuori dai tour più turistici. Come mai?

Semplice: la Ring Road, la comoda strada ad anello che percorre buona parte del perimetro d’Islanda, punta verso sud poco prima del fiordo di Borðeyri, tornando in direzione della capitale Reykjavík. Per entrare nella cosiddetta Regione dei Westfjords, quindi, bisogna lasciare la strada asfaltata e avventurarsi lungo una serie di strade secondarie che, in molti casi, sono sterrate, impervie e molto sconnesse.

È qui che la maggior parte dei turisti si ferma … ma non i viaggiatori come noi! E oggi ti porto alla scoperta di questo affascinante angolo d’Islanda.

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Come arrivare nei fiordi islandesi

Come ti anticipavo, le (poche) strade che si snodano nella regione dei fiordi islandesi sono sterrate e impervie. Tuttavia, sono anche altamente spettacolari e ti consentono di raggiungere luoghi ancora più selvaggi e desolati rispetto a quelli che contraddistinguono il sud dell’isola.

L’imbocco della strada per i fiordi, se stai affrontando il viaggio sulla Ring Road in senso antiorario, si trova in corrispondenza della cittadina di Borðeyri. In questo articolo supporrò proprio questo, perché è la scelta più comune. Se invece dovessi arrivare da sud, quindi dalla penisola di Snæfellsnes o da Reykjavík, dovrai abbandonare la Route 1 poco dopo l’abitato di Bifröst e imboccare la Route 60 in direzione di Búðardalur.

⚠️ Nota: quella dei Westfjords è una regione remota, altamente selvaggia e scarsamente abitata. Fai rifornimento all’auto ogni volta che puoi e riempi il serbatoio completamente prima di lasciare Borðeyri (o comunque l’ultimo centro abitato). Rabbocca ad ogni distributore che trovi lungo la strada, anche se ti sembra inutile: le pompe di benzina sono poche, distano molti chilometri una dall’altra. Inoltre non puoi mai sapere con certezza se saranno funzionanti. Non rischiare!

Dove vedere le foche in Islanda

Sebbene le foche possano essere avvistate un po’ ovunque in Islanda, è proprio nei fiordi occidentali che si ha la maggior probabilità di successo: essendo tra le regioni meno popolate dai turisti, qui è infatti più semplice sorprendere gli animali nel loro habitat naturale.

L’importante, ovviamente, è portare sempre un grande rispetto per loro ed evitare di disturbarli. Per questo, quando scatto delle foto agli animali, lo faccio sempre da una notevole distanza e usando uno zoom importante.

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Una foca fotografata sulla costa lungo i fiordi occidentali islandesi. La foto è stata scattata a debita distanza con uno zoom importante.

Quanti giorni servono per visitare i fiordi occidentali islandesi?

Per visitare la regione dei Westfjords, i fiordi occidentali islandesi, sono necessari almeno due giorni.

Questa porzione d’Islanda è particolarmente ampia e piena di meraviglie, tappe davvero irrinunciabili per gli amanti (come il sottoscritto) dei paesaggi del Nord Europa. Il mio consiglio è quindi di suddividere l’itinerario dei fiordi in almeno due giornate di viaggio, programmando una notte nei dintorni di Breiðavík: qui sono presenti un camping e un albergo.

Visitare i Fiordi occidentali d’Islanda con un tour guidato

I fiordi occidentali islandesi possono essere visitati anche prendendo parte a un tour guidato con partenza dalla capitale Reykjavík e trasporto tramite autobus. In genere queste gite durano tre giorni e toccano tutte le tappe che ti descrivo in questo articolo: sono l’ideale per chi desidera visitare la regione dei fiordi senza però avventurarvisi in auto.

Ovviamente il costo di un’esperienza di questo tipo è notevole, ma nel caso fossi interessato ti suggerisco di dare un’occhiata a questa comoda possibilità.

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I fiordi occidentali islandesi: una delle regioni più remote e inospitali d’Islanda.

Ísafjörður, il Grande Fiordo

Sei pronto a scoprire l’Islanda più solitaria e inesplorata?

Da Borðeyri punta verso nord, seguendo dapprima la Route 68 e successivamente la Route 61, passando per la piccola cittadina di Hólmavík. Dal suo porto partono anche diversi tour di avvisamento delle balene: è infatti una delle zone più adatte al whale watching, quindi l’ideale per chi vuole avere la possibilità di scorgere questi giganteschi cetacei!

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Circa due ore più tardi inizierai finalmente ad affrontare i fiordi: la strada segue il loro sinuoso andamento e ti sentirai davvero piccolo e impotente di fronte alla meraviglia della natura e di questi paesaggi incredibili: la vista dei fiordi, spesso innevati, che precipitano a strapiombo nell’oceano, è sensazionale!

Guidare nei fiordi può essere però anche fonte di frustrazione: per percorrere solo pochi chilometri in linea d’aria, lungo la strada si possono impiegare anche diverse ore! Insomma, vivila con filosofia. D’altra parte, con lo spettacolo che vedrai oltre il finestrino, non sarà neppure tanto difficile!

La prima tappa del tuo viaggio nei fiordi occidentali islandesi è la città di Ísafjörður. Il suo nome significa letteralmente “il grande fiordo”. E c’è un valido motivo (almeno per gli islandesi): questa cittadina domina l’omonimo fiordo, uno dei più spettacolari dei Westfjords, e possiede lo status di centro abitato più importante dei fiordi occidentali … sebbene, in fin dei conti, possa vantare appena 2700 abitanti!

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Ísafjörður, la “città del grande fiordo”.

Súðavík, la porta di accesso ai fiordi islandesi

Ti consiglio di fare delle tappe intermedie per spezzare il lungo viaggio verso Ísafjörður e per godere con calma della meraviglia di questi luoghi magici.

Una fermata obbligatoria è sicuramente quella di Súðavík, un piccolo e remoto villaggio incastonato nel bel mezzo del fiordo di Álftafjörður e caratterizzato da case coloratissime e da una bellissima chiesa che si affaccia direttamente sul fiordo.

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Súðavík, la porta di accesso ai Westfjords islandesi.

Cosa fare e cosa vedere a Ísafjörður

Ísafjörður dista 325 chilometri da Borðeyri e dovresti poterla raggiungere in poco più di quattro ore di auto – anche se, come sempre in Islanda, i tempi di percorrenza vanno presi con le pinze perché variano sensibilmente a seconda delle condizioni delle strade. Tieni sempre in considerazione, quindi, che possano verificarsi imprevisti e ritardi durante il tragitto!

A Ísafjörður troverai servizi un po’ di tutti i generi: è un ottimo punto di appoggio per pranzare e per fare rifornimento all’auto, ma anche di fare scorte di cibo e altre necessità in un supermercato per il resto del viaggio nel caso fossi impegnato in un lungo on the road in Islanda.

Anche a Ísafjörður si sente forte lo spirito di inclusione e tolleranza tipico del popolo islandese: come in altre città dell’isola, anche qui i colori dell’arcobaleno sono ovunque e si ritrovano anche nei colori accesi delle abitazioni che si affacciano sui fiordi e sull’oceano. Per le sue strade non manca neppure l’arte: una peculiarità della cittadina sono infatti le strisce pedonali tridimensionali: una trovata semplice ma molto divertente!

Diversi tour organizzati partono proprio dalla cittadina di Ísafjörður: una delle più interessanti è la gita in autobus alla spettacolare cascata di Dynjandi (della quale ti parlerò tra poco).

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Traghetto per Hornstrandir Islanda

Dal porto di Ísafjörður partono anche le escursioni verso la remotissima regione dell’Hornstrandir, una riserva naturale a dir poco inaccessibile e raggiungibile solo via oceano.

Avventurarsi in questa regione, considerato l’ultimo angolo selvaggio e incontaminato d’Europa, è consigliato solo ed esclusivamente a escursionisti molto esperti, in grado di sopravvivere più giorni in condizioni proibitive (anche in piena estate sono infatti possibili improvvise e copiose nevicate) e senza la presenza di strutture ricettive né di appoggio di alcun tipo. Persino i soccorsi, a Hornstrandir, sono limitati.

Fiordi occidentali Islanda cosa vedere: la cascata di Dynjandi

Dopo aver dedicato il giusto tempo a Ísafjörður, prendi la strada chiamata Vestfjarðarvegur, che si dirige verso sud. Supera un lunghissimo tunnel a singola corsia (sì, questa è proprio una fissa degli islandesi), dove in modo un po’ assurdo dovrai fermarti più volte sulla destra per far transitare le auto provenienti dal lato opposto.

Una volta uscito dal tunnel il paesaggio tornerà a mozzarti il fiato: la strada attraversa scenari da cartolina in cui la natura regna incontrastata e passa su incredibili dighe costruite per oltrepassare le insenature di alcuni piccoli fiordi.

La tua prossima tappa è la cascata di Dynjandi.

Da Ísafjörður, la cascata si raggiunge in circa 50 minuti. Già avvicinandoti in auto riuscirai a scorgerne la magnificenza. Gli ultimi 30 chilometri sono su strada sterrata, seppur tenuta molto bene.

Pur essendo meno conosciuta rispetto alle più blasonate Goðafoss e Skógafoss, ma solo per il fatto di trovarsi in una regione più remota e meno accessibile, Dynjandifoss è una delle più imponenti e spettacolari cascate islandesi, con i suoi 100 metri di altezza! Per fare un confronto, Skógafoss è alta “solo” 60 metri!

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La stupefacente cascata di Dynjandi.

Cascata di Dynjandi Islanda come arrivare

Per arrivare alla cascata si prende una deviazione ben segnalata lungo la Route 60 e si arriva in un parcheggio sterrato. Da qui un sentiero attrezzato e turistico conduce a diverse piccole cascate intermedie fino ad arrivare alla gigantesca Dynjandifoss. Da questa posizione privilegiata si può vedere da una parte l’imponenza della cascata mentre dall’altra si ha una vista sensazionale sulla baia del fiordo che la ospita e nel quale si getta il fiume Dynjandisá, dal quale si origina appunto la cascata.

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Lo spettacolare fiordo in cui si getta la cascata Dynjandi dopo alcuni incredibili salti.

Breiðavík: la spiaggia più bella d’Islanda

Il viaggio nei fiordi occidentali islandesi prosegue verso la baia di Breiðavík. La strada è ancora lunga: da Dynjandi ti aspettano altre due ore di auto.

Segui la Route 60 e successivamente la Route 63. In prossimità di Patreksfjörður, svolta a sinistra sulla Route 62 e prosegui fino al bivio con la 612, una strada secondaria che sarà una vera e propria avventura! Il tragitto è completamente sterrato e molto divertente da affrontare con una macchina 4×4, ma sicuramente stancante e provante anche per via dei continui saltelli e delle vibrazioni dell’auto!

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Il relitto norvegese e Golden Beach

Poco oltre la città di Patreksfjörður sorge il relitto di una nave norvegese che si è arenata sulle coste islandesi nel 1912 e che ha preso il nome di Garðar BA 64. Lo scafo in ferro, arrugginito, è diventato a tutti gli effetti un’attrazione turistica e io stesso ti consiglio di fermarti per una decina di minuti ad ammirarla: la sua eleganza è davvero sorprendente!

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Il relitto della nave norvegese Garðar BA 64 arenata sulla costa islandese.

Un’altra tappa interessante è quella di Tungurif, chiamata anche con l’evocativo nome di Golden Beach: una splendida spiaggia con sabbia dorata e dove il colore turchese dell’oceano non ha assolutamente nulla da invidiare alle baie tropicali (se non la temperatura, come potrai ben immaginare). A fare da contorno, però, ci sono verdissime scogliere che terminano a strapiombo sul mare

⚠️ Scendere fino alla spiaggia non è semplice e ti sconsiglio di farlo (il sentiero è molto ripido e spesso impraticabile), ma puoi comunque fare una sosta in auto per ammirare la spiaggia e scattare delle fotografie.

Continua a guidare fino a Breiðavík. Questo villaggio è celebre per la sua spiaggia dorata, incorniciata da scogliere rocciose, che è considerata da molti la più bella d’Islanda.

Dove dormire a Breiðavík

Ti consiglio di pernottare, se dormi in tenda, al camping che sorge quasi in riva all’oceano: nulla batterà la sensazione di svegliarsi al mattino di fronte alla vastità dell’Atlantico!

Per una notte più comoda puoi invece decidere di soggiornare all’hotel che si trova poco distante.

Svegliarsi in riva all’Oceano Atlantico non ha prezzo e una delle cose da fare assolutamente al mattino è fare una passeggiata sulla spiaggia di Breiðavík. Per raggiungerla bisogna camminare per 15-20 minuti sulla sabbia, perché non è raggiungibile in altro modo, ma ne vale assolutamente la pena!

Prenditi il tuo tempo. E questo è il consiglio più importante di tutti …

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La spiaggia di Breiðavík, da molti considerata la più bella d’Islanda.

Látrabjarg, il punto più occidentale d’Europa

Dopo aver lasciato Breiðavík, riprendi la spettacolare strada sterrata (Route 612) e prosegui la tua avventura verso la scogliera di Látrabjarg, celebre per essere il punto più occidentale d’Europa. La scogliera di Látrabjarg è un luogo dove il tempo sembra fermarsi: qui l’oceano si abbatte con ferocia su vertiginosi strapiombi di roccia.

⚠️ Presta attenzione perché la strada è molto stretta e tortuosa! Prima di arrivare alla scogliera attraverserai un minuscolo villaggio, Ásgarður, letteralmente costituito da una manciata di abitazioni.

Lascia l’auto nel comodo parcheggio gratuito situato prima dell’inizio del sentiero. Dopodiché, avventurati iniziando a risalire la scalinata che porta verso la sommità, dove potrai camminare a pochi metri dal precipizio ma sempre lungo un sentiero ben tracciato e soprattutto sicuro. Non uscire mai dalla traccia e non avvicinarti troppo agli strapiombi perché il terreno è cedevole oltre che umido e scivoloso!

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La scogliera di Látrabjarg, il punto più occidentale d’Europa.

Dove vedere le Puffin in Islanda

Látrabjarg è anche noto per essere un ottimo punto di avvistamento per l’uccello simbolo dell’Islanda: il puffin o pulcinella di mare. Se sarai fortunato potrai quindi vedere da vicino questo bellissimo e simpatico volatile; in caso contrario potrai sempre lasciarti stupire da quanti gabbiani affollino i minuscoli anfratti nella roccia delle scogliere e da quanti ne vedrai girare in tondo sorvolando con eleganza l’oceano.

Prenditi un attimo di tempo per contemplare l’immensità dell’oceano e per realizzare che in questo momento ti trovi più vicino al continente americano che non a quello europeo: la Groenlandia è molto più vicina di quanto non sia la Norvegia!

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Un dettaglio della scogliera di Látrabjarg.

Rientro a Reykjavík

Terminato il trekking alla scogliera, ti aspetta un lungo viaggio in auto che ti porterà a uscire dalla selvaggia e remota regione dei fiordi occidentali. Riprendi ancora una volta la sterrata Route 612 in direzione opposta (non ci sono altre strade che tornano verso est) fino all’incrocio con la Route 62. Dopo aver preso quest’ultima, segui le indicazioni per Reykjavík.

⚠️ Presta moltissima attenzione nella guida mentre esci dai fiordi: qui il vento può essere davvero forte e le violente raffiche possono persino opporti resistenza. Tieni sempre salda la presa sul volante e tieniti pronto a correggere la traiettoria se dovessi avvertire che il vento sta spostando il veicolo! Lungo la strada ci sono anche molti segnali di pericolo legati proprio alle raffiche di vento: sono lì per un motivo, quindi non ignorarli!

Dopo circa 4 ore e 270 chilometri arriverai a Búðardalur, dove troverai nuovamente il contatto con la civiltà: qualche bar e ristorante, guesthouse, alberghi e campeggi dove fermarti per la notte. L’alternativa è tornare a Borðeyri, ma questo dipende dalla direzione che vuoi dare al tuo viaggio …

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Islanda cosa vedere: la Penisola di Snæfellsnes e Reykjavík

Dopo aver visitato i fiordi occidentali islandesi, la scelta più logica, nel caso stessi percorrendo la Ring Road in senso antiorario, è quella di entrare nella suggestiva penisola di Snæfellsnes: qui troverai ad accoglierti un ambiente totalmente differente ma ugualmente affascinante. È qui che si trova il Kirkjufell, la montagna conica resa celebre da alcune scene della serie tv Il Trono di Spade.

Se invece il tempo stringe e preferisci raggiungere il prima possibile la capitale d’Islanda, ecco per te una serie di cose imperdibili da fare e vedere a Reykjavík. Lo sapevi che in città c’è anche il museo fallico?

Itinerario Islanda: conclusioni

Se mi segui abitualmente (te ne sono grato!) sai che sono davvero innamorato dell’Islanda e che ne ho parlato davvero spesso tra le pagine di questo blog: da nord a sud e da est a ovest, nei miei articoli dedicati alla Terra del Fuoco e del Ghiaccio troverai sicuramente tante fonti di ispirazione!

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