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La Val Formazza è sicuramente una delle punte di diamante delle valli piemontesi. Confinante con la Val d’Ossola, pur non essendo parte delle sue tante valli laterali, le viene spesso assimilata in quanto parte dello stesso bacino orografico.
Questa straordinaria valle alpina offre possibilità di escursioni per tutti i gusti: dai sentieri turistici adatti anche a bambini e famiglie, fino ai percorsi escursionisti più impegnativi che portano alle cime e ai passi più importanti della zona. Tra questi ci sono il Passo del Gries (2479 mslm) e il Passo dei Camosci (3160 mslm) che la collegano al Canton Vallese in Svizzera, e nello specifico alla stupenda regione di Goms.
Oggi ti parlo di uno spettacolare trekking che ti porterà a sfiorare i 3000 metri di altitudine: pronto a scoprire tutto?
In questo articolo
Rifugio 3A: l’escursione in sintesi
Il Lago del Sabbione, o Lago dei Sabbioni, è il bacino artificiale più grande del Piemonte e sorge a un’altezza di 2460 metri sul livello del mare. È sovrastato dall’imponente Punta d’Arbola (3235 mslm) e dalla Punta del Sabbione (3182 mslm), nonché dal Corno di Ban (3028 mslm) e dai Gemelli di Ban (2949 e 2946 mslm) che danno il nome a un altro piccolo laghetto (chiamato Lago Gemelli di Ban, per l’appunto).
La peculiarità del Lago del Sabbione è il turchese delle sue acque, così intenso da sembrare irreale, nelle quali si riflettono i ghiacciai del Sabbione e dei Camosci. Intorno ad esso sorgono numerosi rifugi, sia in prossimità della diga (Rifugi Mores, Somma Lombardo), sia ad altezze più elevate (Rifugio Claudio e Bruno, Rifugio 3A).
Raggiungere il Lago del Sabbione è possibile senza troppe difficoltà partendo da Riale, la frazione più settentrionale del Piemonte e centro principale della Val Formazza. Da qui partono numerosi itinerari. Tra questi, oltre a quello descritto in questo articolo, i più celebri sono quelli che salgono verso il Rifugio Maria Luisa e quindi ai laghi Toggia e Kastel, nonché agli stupendi laghetti del Boden. Ho raccontato quest’altra bellissima escursione in questo articolo, dagli un’occhiata!
Per questo trekking non sono richieste attrezzature specifiche, ma come per ogni escursione si consiglia l’uso dei bastoni e si raccomandano scarponi da trekking comodi. Potrebbe inoltre essere necessario avere con sé dei ramponcini da neve da utilizzare in caso di necessità in alcuni punti, anche nei mesi estivi.
La copertura telefonica è limitata, e si interrompe pochi chilometri dopo l’inizio della salita da Morasco. In prossimità del Rifugio 3A è probabile che i dispositivi si collegheranno alla rete mobile svizzera (siamo infatti vicinissimi al confine), pertanto può essere una buona idea disattivare il roaming sui nostri cellulari per evitare costi aggiuntivi indesiderati.
Scarica qui la traccia gpx dell’escursione!
DISLIVELLO IN SALITA/DISCESA | 1400 metri circa |
ALTITUDINE DI PARTENZA | 1730 (Riale) |
ALTITUDINE DI ARRIVO | 3020 metri (punto di osservazione) 2960 metri (Rifugio 3A) |
SVILUPPO (ANDATA E RITORNO) | 19,5 chilometri |
TEMPO DI SALITA | 4 ore fino al punto di osservazione 3 ore e 50 fino al Rifugio 3A (con un buon passo) |
TEMPO DI DISCESA | 2 ore e 30/2 ore e 45 con un buon passo |
DIFFICOLTÀ | E (Escursionistico) da Morasco al Rifugio 3A, EE (Escursionistico Esperto) dal Rifugio 3A al punto di osservazione. |
Dalla diga di Morasco al Lago dei Sabbioni
L’ascesa fino alla diga dei Sabbioni è di poco meno di 800 metri e il sentiero è di difficoltà E (escursionistica).
Dal parcheggio del Lago di Morasco ci dirigiamo a destra al bivio (a sinistra la strada prosegue verso il rifugio Bim Se) e sfruttiamo i sentierini che tagliano i tornanti della strada asfaltata che sale alla diga. Arriviamo quindi al bellissimo Lago di Morasco, lo costeggiamo sul suo lato destro proseguendo in piano e seguendo le indicazioni per Lago dei Sabbioni/Passo del Gries/Rifugi 3A, Claudio e Bruno. Arriviamo poi a un bivio al quale prendiamo la sinistra e scendiamo leggermente seguendo la strada fino all’incrocio con il sentiero G39 che, finalmente, inizia a prendere quota.
ll sentiero è dominato, sin da subito, da una lussurreggiante vegetazione: in estate in molti tratti bisogna farsi largo tra le fronde per passare! È inoltre necessario guadare alcune cascatine che attraversano il sentiero: sono quindi consigliate calzature impermeabili. La salita parte dolce, guadagnando quota in modo costante.
Ad accompagnarci lungo tutta la salita e ad alleviare la fatica c’è una vista mozzafiato sul Lago di Morasco, decisamente suggestiva, che ci ripaga di ogni nostra fatica. Raggiungiamo l’incrocio con il sentiero G39a, che conduce al Rifugio Città di Busto e che ci lasciamo sulla destra. Andiamo invece a sinistra. È possibile raggiungere la diga dei Sabbioni anche prendendo il G39a, ma in questo modo si allunga di parecchio l’escursione.

La salita si fa via via più ripida e impervia. In alcune occasioni è necessario aiutarsi con le mani per risalire. Non è comunque richiesta alcuna attrezzatura, ma semplicemente un po’ di esperienza e di passo fermo. Superata questa prima dura prova, dopo circa un’ora finalmente il sentiero spiana e ci concede una tregua: la salita non è finita, ma prosegue in modo decisamente più dolce.
Ci accorgiamo subito che lo scenario è già cambiato: abbiamo scollinato e ora ci troviamo oltre i 2000 metri. Anche in estate è possibile trovare sul versante sinistro nevai e ghiaccio, ma il sentiero è sicuramente agevole. Ci ritroviamo di fronte a un altro bivio, e prendiamo ancora la sinistra in direzione Lago dei Sabbioni/Rifugi Claudio e Bruno, 3A.
A questo punto inizia un tratto di sentiero su pietraia in ripida salita, sconnesso e in alcuni punti poco visibile. Ci sono comunque dei bolli bianco-rossi che ci indicano la via. Guadiamo un torrente sfruttando anche dei grossi tubi posizionati per facilitare il passaggio e ci avventuriamo in salita camminando sulle pietre.
Facciamo attenzione, in questo punto, al ghiaccio e alla neve che potrebbero essere presenti anche a inizio estate. Per questo è sempre una buona idea avere nello zaino dei ramponcini da neve da utilizzare all’occasione, se necessario, per evitare di scivolare.
La pietraia non ci accompagna a lungo e lascia infatti spazio nuovamente a un sentiero battuto che ci porta a guadagnare ulteriormente quota, ma in modo molto più clemente rispetto alla ripida salita appena superata.
Dopo circa due ore dalla partenza da Morasco iniziamo a intravedere la diga. Ci lasciamo il bivio con il sentiero G41 sulla destra, proseguendo ancora a sinistra, e giungiamo nei pressi del Rifugio Mores. Infine, un ultimo strappo ci porta alla diga del Lago del Sabbione a quota 2460 metri. Lo scenario che si apre di fronte ai nostri occhi è già da cartolina: il muro imponente, le placide acque turchesi del lago e la Punta d’Arbola, innevata anche nei mesi estivi, a dominare la scena.
Continuiamo sul sentiero G39 scendendo sulla ghiaia fino al muro della diga, che potremo attraversare per giungere sulla sponda destra del lago.

Rifugio 3A e Ghiacciaio dei Camosci
Se vogliamo proseguire l’escursione verso i rifugi d’alta quota abbiamo ora due possibilità: la prima è quella di seguire il sentiero G39 che ci porta a costeggiare il lago e a raggiungere dapprima il Rifugio Claudio e Bruno (2710 mslm) e successivamente il Rifugio 3A (2960 mslm); la seconda esclude invece il Rifugio Claudio e Bruno e ci porta direttamente al 3A tramite una deviazione, inevitabilmente più ripida rispetto alla prima variante.
Entrambi i percorsi sono molto panoramici, pertanto è consigliabile scegliere in funzione della nostra preparazione e delle nostre attitudini. In caso si scelga la seconda opzione, va tenuto presente che anche nei mesi estivi è possibile ritrovarsi ad attraversare dei nevai che vanno affrontati con la dovuta attenzione e con il giusto equipaggiamento (bastoni da trekking e ramponcini da usare in caso di necessità).
Continuiamo a seguire il sentiero G39, che dopo aver attraversato la diga vira a sinistra per costeggiare il lago. Almeno fino al bivio con la deviazione per il 3A citata in precedenza (l’opzione più breve e ripida) il sentiero sale con dolcezza e offre degli scorci incredibili sulle acque turchesi del lago.
Troviamo inoltre numerosi punti panoramici (siamo a circa 2600 metri di altitudine) che sono perfetti anche per scattare qualche fotografia. A un certo punto, sulla destra, troveremo la deviazione (ben segnalata) per il Rifugio 3A. Proseguendo dritti ci allunghiamo invece fino al Rifugio Claudio e Bruno.

Il G39 che sale dal Rifugio Claudio e Bruno e la deviazione breve e ripida si incontrano poco prima di giungere al Rifugio 3A. L’ultimo tratto è un po’ insidioso e sconnesso, abbastanza impervio ma assolutamente percorribile con la dovuta attenzione da escursionisti allenati e in buona salute.
Anche qui, anche nei mesi estivi e soprattutto nelle prime ore della giornata, facciamo attenzione al ghiaccio che in alcuni punti può essere insidioso. Infine, con un ultimo strappo, giungiamo al Rifugio 3A dopo poco meno di quattro ore di cammino a partire da Morasco. Stiamo sfiorando i 3000 metri: ci troviamo a 2960 mslm.

Chi ha voglia di avventurarsi oltre può proseguire verso il Passo dei Camosci e raggiungere così i 3000 metri di altitudine. A metà strada tra il 3A e il Passo dei Camosci c’è un bellissimo punto panoramico a 3020 mslm. Il sentiero è classificato EE (Escursionistico Esperto), non richiede attrezzature particolari ma è esposto in alcuni tratti e interamente su pietraia. La traccia non è sempre evidente ma la via si trova senza troppi problemi.
Questo passaggio è comunque scongliato a chi non è sufficientemente allenato o soffre di vertigini. Tenete in considerazione anche il fattore caldo: partite con una buona scorta di acqua e idratatevi spesso.
Dal rifugio ci si dirige verso sinistra e si cammina per circa 10-15 minuti fino al punto panoramico, dal quale si gode di una vista sensazionale e a 360° su questo angolo di Paradiso: a Sud il Lago del Sabbione, il Corno di Ban e i Gemelli di Ban (si vede bene anche il Lago Gemelli di Ban, incastonato nella montagna e che riflette le montagne nelle sue acque azzurre); sulla destra la Punta d’Arbola e la Punta del Sabbione, con il Ghiacciaio del Sabbione ben in evidenza.
A Nord, invece, il Ghiacciaio dei Camosci (o ciò che ne resta) e il sentiero (decisamente impervio e sconsigliato a chi non ha la giusta esperienza) che sale fino al Passo dei Camosci (3160 mslm) che svalica nel Canton Vallese.

La discesa a Riale
Per la discesa il consiglio è di seguire lo stesso tragitto fatto per la salita. Mettete in conto almeno 2 ore e mezza/2 ore e 45 minuti di cammino se si tiene un buon passo o 3 ore e 15 a passo normale.
Attenzione: alcuni tratti del sentiero, affrontato in discesa, richiedono attenzione particolare (soprattutto nella discesa iniziale dal Rifugio 3A e poi nella parte finale che scende a Morasco). Prendetevi quindi tutto il tempo di cui avete bisogno per affrontarla in serenità e partite con anticipo per evitare di venire sorpresi dal buio.
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Val Formazza: come arrivare
In auto si percorre l’autostrada A26 Genova-Gravellona Toce in direzione Gravellona Toce, si prosegue poi lungo la SS 33 del Sempione in direzione Valico di Iselle e si prende l’uscita Crodo. Da qui si segue la strada principale fino a Baceno, e superato il centro abitato si svolta a destra in direzione Formazza. Si risale quindi fino a Riale, ultima frazione della valle e punto di partenza della nostra escursione.
È possibile parcheggiare l’auto all’ingresso del paese (di fronte al ristorante Aalts Dorf) oppure sotto alla diga di Morasco. Quest’ultimo parcheggio è consigliato per intraprendere l’escursione al Sabbione di cui parleremo tra poco. Partendo da qui si impiegano circa due ore per raggiungere la diga camminando a un buon passo.
Nota: entrambi i parcheggi sono a pagamento. La tariffa giornaliera, a luglio 2024, è di 5€.
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