Hai mai sentito parlare del Lago di Cingino? Questo posto è diventato molto famoso per via degli stambecchi che, attratti dal salnitro che trasuda dal muro della diga, vi si arrampicano rimanendo in posizioni davvero improbabili, in equilibrio sulle svariate decine di metri di baratro che si sviluppano sotto di loro: uno spettacolo incredibile della natura, che giustifica il trekking lungo e faticoso che porta fino alla diga!
Ma non è finita qui, perché dal Cingino si può raggiungere il meraviglioso Lago di Camposecco attraverso il lungo tunnel della condotta forzata dell’Enel! Un’esperienza entusiasmante e avventurosa che ti porterà alla scoperta di un angolo davvero selvaggio della bellissima Valle Antrona.
Indice dei contenuti
L’escursione in sintesi
Il trekking di cui voglio parlarti oggi è molto lungo e impegnativo, dunque è consigliato solamente ad escursionisti esperti che non abbiano problemi a camminare per molti chilometri e che siano abituati a dislivelli importanti in ambiente di media montagna.
L’escursione ha inizio al Lago di Antrona, più precisamente all’Alpe Russi, e prevede il raggiungimento del Lago di Campliccioli prima di iniziare una lunga e faticosa salita verso la diga del Lago di Cingino. Da qui si imbocca il tunnel della società Enel – che ospita la condotta forzata – che si percorre fino al Lago di Camposecco. La discesa a valle avviene per un lussurreggiante vallone che conduce nuovamente al Lago di Campliccioli e – infine – ad Antrona.
Il trekking si sviluppa su 25 chilometri e con un dislivello positivo e negativo complessivo di 1450 metri. Il tempo di percorrenza va dalle 10 alle 11 ore, pause escluse, se si tiene un buon passo. La difficoltà dell’itinerario è EE (Escursionisti Esperti), non richiede attrezzatura specifica ma prevede il guado di alcuni corsi d’acqua e cascate, motivo per il quale è obbligatorio utilizzare degli scarponi da montagna impermeabili e preferibilmente alti fino alle caviglie, e il passaggio per alcuni punti esposti.
Il passaggio nel tunnel è sconsigliato per chiunque sia ansioso, soffra di vertigini o di claustrofobia. Anche qui è fondamentale avere delle calzature impermeabili o degli stivali di gomma poiché al suo interno, a causa di infiltrazioni, si accumulano in alcuni punti anche diversi centimetri di acqua. Il tunnel è lungo circa tre chilometri, è buio e freddo: non dimenticare di mettere nello zaino una maglia a manica lunga o una giacca leggera e – soprattutto – una torcia frontale. Sebbene siano presenti delle luci di servizio di tanto in tanto, infatti, tieni conto che queste potrebbero non funzionare.
È possibile spezzare questo lungo trekking in due giorni, fermandosi a dormire al bivacco di Cingino o a quello di Camposecco: entrambi sono validissimi punti di sosta per chi desidera compiere questo giro ad anello con più calma. Il bivacco di Camposecco, ristrutturato da pochi anni, è dotato anche di corrente elettrica.
Prima di partire, scaricare qui la traccia gpx dell’escursione. Ecco i dati in sintesi di questo bellissimo trekking:
DISLIVELLO TOTALE | D+ 1438 metri, D- 1450metri |
ALTITUDINE DI PARTENZA | 1073 mslm (Lago di Antrona) |
ALTITUDINE DI ARRIVO | 2350 mslm (Lago di Camposecco) |
SVILUPPO | 25 chilometri |
TEMPI DI PERCORRENZA | 10-11 ore pause escluse |
DIFFICOLTÀ | E (Escursionistico) – fino al Lago di Campliccioli EE (Escursionisti Esperti) – da Campliccioli a Cingino e Camposecco |
PERIODO CONSIGLIATO | Da luglio a settembre. |
Dal Lago di Antrona all’Alpe Granarioli
Ti consiglio di lasciare l’auto al parcheggio gratuito dell’Alpe Russi, in prossimità del Lago di Antrona. Da qui puoi proseguire a piedi imboccando il sentiero che costeggia il lago sul suo versante destro orografico (ovvero alla sinistra del parcheggio) fino al bivio con il sentiero C00 che sale al Lago di Campliccioli. Raggiunta la diga si imbocca il sentiero che effettua il giro del lago (passando sulla destra o sulla sinistra) fino all’Alpe Granarioli (1412 mslm) – alpeggio che sorge sulla punta settentrionale dal Lago di Campliccioli.
Attenzione: alla data attuale (agosto 2024) il giro del Lago di Campliccioli non è fattibile per la chiusura temporanea del sentiero sul versante destro orografico del lago dovuta a lavori di manutenzione in seguito a una frana.
Ho descritto questo itinerario nell’articolo in cui ti ho parlato del giro dei laghi di Antrona e Campliccioli, che ti consiglio di leggere per avere tutti i dettagli della camminata fino all’alpe!
La salita al Lago di Cingino
All’Alpe Granarioli segui le indicazioni per il Lago di Cingino/Bivacco Cingino/Passo di Antrona, proseguendo verso nord sul sentiero C00 e inoltrandoti nella Val Troncone. La traccia segue il corso del Torrente Troncone arrivando all’Alpe Casaravera, guadagnando quota in modo molto dolce ma costante. Non mancano gli scorci panoramici sul freschissimo e azzurro torrente, circondato da una vegetazione lussurreggiante. Spettacolare è poi la cascata che si mostra in lontananza, originata dai ghiacciai sottostanti il Passo di Antigine e la Punta Giavin (2973 mslm) e che si getta infine nel Troncone: uno scenario incredibilmente suggestivo!
Ignora la deviazione verso sinistra per il sentiero C23A che porta all’Alpe e al Lago delle Lonze, proseguendo invece dritto fino a un secondo bivio con il sentiero C23. Qui devi invece svoltare a destra per continuare sul C00 in direzione del Lago di Cingino. A questo punto avrai già camminato per circa 2 ore e 30 minuti e ti restano almeno altre 2 ore o poco più (pause escluse) per raggiungere la celebre diga.
Da qui in avanti la salita diventa molto ripida: il sentiero si inerpica sul versante destro della Val Troncone in un ambiente ancora molto verde e rigoglioso, ricco di rododendri e mirtilli, ma completamente esposto al sole. Presta attenzione: in alcuni punti la traccia non è molto evidente, ma cerca sempre i bolli bianco-rossi sulle rocce e sugli alberi e troverai la via.
Il tratto più critico si incontra dopo l’Alpe Saler per il guado del Rio Sangoria: qui è probabile che, anche nei mesi estivi, siano presenti residui di neve o veri e propri nevai. La corrente del torrente è molto forte, quindi scegli accuratamente il punto dove fare il guado e stai attento a camminare sulle rocce bagnate perché rischiano di essere molto scivolose.
Raggiunta la sponda opposta del Rio Sangoria, continua a salire verso l’Alpe Cingino, costituito da poche baite in pietra completamente diroccate a abbandonate. Se guarderai in alto vedrai già, in cima alla montagna, la casa dei guardiani della Diga del Cingino: è una buona notizia, non farti scoraggiare dal dislivello che, inevitabilmente, devi ancora compiere per raggiungerla! Sappi, comunque, che da qui in avanti e fino a poco prima delle diga, la pendenza del sentiero diventerà ancora maggiore!
L’ultimo tratto di cammino verso la diga di Cingino si sviluppa per buona parte su pietraia, dopodiché vedrai finalmente davanti a te l’imponente muro di cemento con l’adiacente casa dei guardiani e il Bivacco Cingino sulla destra. Eccoti arrivato dopo circa 4-5 ore di cammino da Antrona al celebre Lago di Cingino (2229 mslm). Ci saranno gli stambecchi ad attenderti? Se sarai fortunato, assisterai ad uno spettacolo davvero assurdo, che ti ripagherà di tutti gli sforzi fatti! Se invece non ci sarà alcuno stambecco sulla diga, non disperare: consolati nella bellezza sconfinata dei panorami di cui si può godere da quassù e nel colore delle acque limpide del lago di Cingino.
Il Lago Cingino è un lago artificiale che venne realizzato tra il 1925 e il 1930 laddove già in precedenza sorgeva un piccolo laghetto. Il bacino è contenuto in una conca naturale che è dominata dai Pizzi di Cingino (3227 mslm), dalla Punta di Saas (3188 mslm) e dalla Punta della Rossa (2911 mslm). La diga è alta 49 metri.
Il tunnel della condotta forzata
Attraversa la diga e scendi dal versante opposto imboccando il sentiero C99/SI (Sentiero Italia). La traccia non è per nulla evidente purtroppo, dunque devi scendere a vista fino all’Alpe Croppi del Lago. Da qui, cammina sul cemento fino a raggiungere l’ingresso del tunnel.
Indossa la torcia frontale e una maglia a manica lunga. All’interno del tunnel sono presenti delle luci di servizio che si attivano premendo un interruttore all’interno che le mantiene attive per 60 minuti circa. Ecco qualche dritta:
- Non affidarti alle luci del tunnel, perché potrebbe capitare che queste non funzionino (come è successo a me!). Non percorrere il cunicolo senza avere con te una torcia (non quella del cellulare), meglio se frontale.
- Se dovessi trovare le luci già accese, premi comunque l’interruttore perché non sai quanto tempo rimane al loro spegnimento.
- Assicurati di richiudere correttamente la porta alle tue spalle, sia entrando che uscendo, per evitare che gli animali selvatici possano entrare nel tunnel e rimanere intrappolati. È molto importante!
- Lo spazio all’interno del tunnel è molto angusto, dal momento che viene occupato quasi interamente dal tubo della condotta forzata: è alto circa 180 centimentri e c’è spazio per una sola persona. Se sei alto dovrai camminare abbassando leggermente la testa; se dovessi incontrare escursionisti provenienti dal senso opposto, fate attenzione.
- A metà del tunnel è presente sulla destra un’uscita secondaria: nel caso avessi bisogno di riprendere aria o di tornare alla luce per un po’, approfittane e fai una pausa! In prossimità dell’uscita secondaria è presente anche un secondo interruttore per le luci di servizio del tunnel.
Il tempo di percorrenza del tunnel è di 35-40 minuti al massimo. Quando ne uscirai ti sentirai davvero sollevato di essere tornato finalmente alla luce del sole: respira a pieni polmoni!
La salita al Lago di Camposecco
Il paesaggio che si apre di fronte a te una volta superato il condotto è davvero sconfinato e maestoso: la vallata è incredibilmente suggestiva e ampia. In lontananza potrai vedere la diga del Lago di Camposecco, piccola piccola e incastonata tra le montagne. Manca infatti ancora una bella camminata prima di poterla raggiungere – e un dislivello non indifferente! Tieni duro: si tratta degli ultimi sforzi e ti assicuro che saranno ricompensati dalla bellezza del lago.
All’uscita del tunnel troverai un bivio: a sinistra il sentiero C99 prosegue verso Camposecco, mentre a destra si diparte il 34a che raggiunge l’Alpe Crestarossa e che successivamente si congiunge con il sentiero C34 in prossimità dell’Alpe Banella per scendere alla diga di Campliccioli. Ignora la deviazione verso destra e continua a camminare sul sentiero C99, una traccia in falsopiano con fondo in cemento, molto stretta e in alcuni punti piuttosto esposta sul precipizio.
Il falsopiano termina al raggiungimento di un’imponente e impressionante salita laddove sorgono i resti della ferrovia che quasi un secolo fa venne usata per trasportare il materiale necessario a costruire la diga di Camposecco. La pendenza di questo breve ma intenso tratto di salita è davvero notevole e purtroppo non vi è altra via per raggiungere il lago.
Camminando sul ripido cemento e sulle rotaie della ferrovia, molto lentamente raggiungerai la sommità e troverai di fronte a te il moderno Bivacco Camposecco, ristrutturato nel 2019 e contraddistinto da uno stile molto moderno e avveniristico (il bivacco è dotato peraltro di corrente elettrica e prese USB grazie a un impianto a energia solare). Poco più avanti troverai la diga e alcuni edifici dell’Enel, nonché la teleferica ancora oggi funzionante e utilizzata per il trasporto di materiale.
Quando finalmente, dopo sette ore di cammino dal Lago di Antrona, il tuo sguardo si poserà sulle acque turchesi e limpide del Lago di Camposecco (2350 mslm), non potrai credere ai tuoi occhi: hai raggiunto l’obiettivo! Per ammirare meglio il lago puoi superare la diga e raggiungere i prati sottostanti il bivacco per goderti il panorama e rilassarti.
Il Lago di Camposecco sorge all’interno di una conca glaciale sovrastata da imponenti Tremila, come il Pizzo Scarone (3342 mslm), la Punta Banella (3330 mslm), il Cimone di Camposecco (3398 mslm) e il Pizzo Bottarello (3487 mslm) con il sottostante Ghiacciaio del Bottarello. Dalla diga è possibile raggiungere il Passo delle Coronette (2690 mslm) – itinerario tuttavia consigliato ai soli esperti in quanto prevede di risalire un ripido canale (in alcuni casi quasi verticale) attrezzato con catene.
La discesa a Campliccioli e Antrona
Preparati a una lunga discesa verso i laghi di Campliccioli e Antrona per tornare al punto di partenza dell’escursione e chiudere così l’anello di oggi. Da Camposecco la discesa non presenta difficoltà particolari, anche se è abbastanza impegnativa per le ginocchia. Il tempo totale, fino al Lago di Antrona, è di circa 3 ore pause escluse.
Dalla teleferica di Camposecco imbocca il sentiero C34, che inizia subito a perdere quota e che guada il Torrente Banella in più punti prima di arrivare all’Alpe Lareccio. In alcuni tratti la traccia non è molto evidente, ma nella maggior parte dei casi il sentiero è ben segnalato con bolli bianco-rossi e con la sigla C34. La discesa è piacevole e lineare, spezzata anche da alcuni tratti di falsopiano, almeno fino al raggiumento dell’Alpe Scarone – un gruppo di baite in pietra distrutte e abbandonate. Superato questo punto la pendenza del sentiero aumenta notevolmente, con un ripido tratto che ti fa perdere quota molto velocemente fino all’Alpe Banella.
Da qui in avanti l’escursione si riduce a una piacevole passeggiata tra falsipiani e deboli pendenze, in un ambiente molto verdeggiante e tranquillo. Supera l’Alpe Curzùt, oltre il quale inizia la discesa finale verso il Lago di Campliccioli. Visto dall’alto, quest’ultimo lago è davvero suggestivo!
Poco prima di arrivare a Campliccioli, degna di nota è sicuramente la Cascata del Rio Banella. Giunto sul sentiero che costeggia il lago sulla sponda sinistra orografica, in circa due ore di discesa da Camposecco, torna alla diga e scendi verso il Lago di Antrona (altri 40 minuti circa fino all’Alpe Russi) seguendo l’itinerario che ti ho descritto in questo articolo.
Escursione Lago Cingino: conclusioni
Quella di cui ti ho parlato oggi è un’escursione lunga e molto impegnativa, riservata ad escursionisti molto allenati – anche se, come ti ho detto, è sempre possibile spezzare il trekking in due giorni fermandosi ai bivacchi di Cingino o Camposecco. Questo itinerario è davvero suggestivo, perché ti permette di godere di molte delle meraviglie di una valle selvaggia e incontaminata e di fare esperienze indimenticabili come quella del tunnel che unisce le valli dove sorgono i bacini di Cingino e Camposecco. Se poi avrai la fortuna di vedere gli stambecchi sulla diga di Cingino sarà ancora più magico!
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