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Aït Ben Haddou: come visitare la città di argilla in Marocco

Sapevi che nel sud del Marocco esiste una città interamente costruita in fango, paglia e argilla? Sto parlando di Aït Ben Haddou, un antico villaggio che sorge in un ambiente arido e desertico all’interno di una delle valli più spettacolari e scenografiche dell’intero Marocco.

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Per secoli forte di una strategica importanza commerciale, a causa della sua posizione lungo l’antica rotta carovaniera che collegava l’attuale città di Marrakech con il deserto del Sahara, con il passare del tempo Ait Ben Haddou ha subito un lento e inesorabile declino: oggi solamente otto famiglie continuano ad abitarne la parte storica. Proprio per questo ha assunto un fascino irresistibile, che porta centinaia di turisti a visitarla ogni giorno. Sei pronto a scoprirla anche tu?

Il villaggio di Aït Ben Haddou è un perfetto esempio di ksar, le città fortificate tipiche della tradizione berbera.
Il fiume Ounila completamente in secca dopo otto mesi di siccità. Sullo sfondo Aït Ben Haddou.
Il villaggio di Aït Ben Haddou è inserito in un contesto desertico e molto suggestivo.

Aït Ben Haddou: la città di argilla

Costruita sul fianco di una collina lungo il corso del fiume Ourzazate, Aït Ben Haddou è un perfetto esempio di ksar marocchino, ovvero un tipico villaggio fortificato particolarmente diffuso nelle aree abitate dalle popolazioni di origine berbera. Ciò che rende speciale Aït Ben Haddou è il fatto che le sue abitazioni siano interamente costruite utilizzando argilla, fango e paglia: una scelta che viene portata avanti con convinzione ancora oggi, preferendo questi materiali al più “moderno” cemento.

Se ti stai chiedendo perché, sappi che la risposta è molto semplice: nonostante il cemento sia al giorno d’oggi un materiale economico e che richiede poca manutenzione nel tempo, impiegando argilla, fango e paglia si ottengono edifici che mantengono meglio la temperatura, con ambienti quindi più freschi e meno suscettibili alle escursioni termiche. Anche quando sono sottoposte al sole cocente, le abitazioni di Aït Ben Haddou rimangono fresche e offrono riparo dal caldo soffocante. Il prezzo da pagare è quello di una manutenzione costante: costruzioni di questo tipo richiedono interventi frequenti e riparazioni dopo ogni pioggia (fenomeno comunque molto raro da queste parti ..).

Per anni, Aït Ben Haddou ha avuto una grandissima importanza commerciale a causa della sua strategica posizione lungo la strada carovaniera che collegava il deserto del Sahara con l’attuale città di Marrakech: era un punto di passaggio imprescindibile per le carovane impegnate nelle lunghissime vie commerciali trans-sahariane. Con il passare del tempo, e con la chiusura di queste rotte, Aït Ben Haddou ha perso via via importanza e la sua popolazione si è drasticamente ridotta. Oggi, nella parte antica del villaggio, abitano appena otto famiglie: la maggior parte degli abitanti si è spostata nella parte nuova, dove le abitazioni sono più moderne e costruite in cemento.

A separare il villaggio storico dalla parte moderna c’è il fiume Ounila, che fino a pochi anni fa doveva essere guadato per passare da una parte all’altra. Solo recentemente è stato invece costruito dal governo un ponte, inizialmente visto di cattivo occhio dalla popolazione locale, che unisce le due sponde. Pensa che ad Aït Ben Haddou piove in media appena dieci giorni l’anno, ma attualmente (maggio 2024) la situazione legata alla siccità è davvero grave poiché non piove da oltre otto mesi: il fiume Ounila è completamente in secca e può essere attraversato a piedi senza alcun problema.

Al villaggio storico si accede attraverso delle porte nelle mura. Il sito comprende, oltre alle abitazioni, anche diverse kasbah (piccole cittadelle fortificate), luoghi di aggregazione e di culto. Qui, come abbiamo appreso dalla guida che ci ha accompagnato alla scoperta del villaggio – appartenente a una delle otto famiglie che ci abitano – i musulmani sono sempre stati abituati a convivere con gli ebrei in passato: una cosa meravigliosa se si pensa all’attuale situazione in Medioriente! Gli ultimi ebrei hanno tuttavia lasciato Aït Ben Haddou molti anni fa.

Il villaggio di Aït Ben Haddou è un perfetto esempio di ksar, le città fortificate tipiche della tradizione berbera.
Il villaggio è un perfetto esempio di ksar, le città fortificate tipiche della tradizione berbera.

Sulla cima della collina su cui sorge Aït Ben Haddou si trova un grande agadir, un granaio pubblico tipico del Maghreb che è stato purtroppo gravemente danneggiato dal terremoto del settembre 2023 che ha sconvolto il Marocco e che ha causato ingenti danni anche a questo villaggio.

Aït Ben Haddou al cinema

In seguito al declino dovuto al venire meno delle spedizioni trans-sahariane, Aït Ben Haddou ha ritrovato la sua popolarità grazie al turismo, in forte crescita, e al fatto di essere stato scelto a partire dagli anni Sessanta come location per numerosi film e serie TV. Qui sono stati girati, ad esempio, alcune scene di: “Il Gladiatore”, “Lawrence d’Arabia”, “Sodoma e Gomorra”, “Gesù di Nazareth”, “La Mummia”, “Alexander”, “Prince of Persia” e “Il Trono di Spade”. Generalmente la popolazione locale viene coinvolta nelle riprese, ad esempio facendo fare loro delle comparse.

Negli ultimi anni, nelle riprese viene integrata sempre più la computer graphics: così facendo il risultato finale è ben diverso dalla location reale, così come è successo per l’episodio della serie TV “Il Trono di Spade” in cui la regina dei draghi Daenerys Targaryen arriva ad Aït Ben Haddou.

Il villaggio di Aït Ben Haddou è inserito in un contesto desertico e molto suggestivo.
Il villaggio di Aït Ben Haddou è inserito in un contesto desertico e molto suggestivo.

Non distante da Aït Ben Haddou, a Ourzazate, sorgono inoltre gli Atlas Studios, un set cinematografico di grande importanza che viene talvolta chiamato “la Hollywood del Marocco” o con più fantasia “Ourzawood”.

Dal 1987 Aït Ben Haddou è un sito protetto dall’UNESCO come patrimonio mondiale. Grazie a ciò l’ente si assicura che il turismo di massa non comporti danneggiamenti o cambiamenti significativi al villaggio: ad esempio, se nell’allestire il set di un film devono essere fatte delle modifiche queste devono essere completamente reversibili, e se devono essere costruiti nuovi edifici questi devono essere abbattuti al termine delle riprese.

Una curiosità: nella lingua locale, “Aït Ben Haddou” significa letteralmente “il villaggio del figlio del capo”.

Come visitare Aït Ben Haddou: con o senza guida?

Qual è il modo migliore per visitare Aït Ben Haddou? Sebbene sia possibile arrivare in autonomia fino al villaggio – noleggiando un’auto oppure un autista privato – e visitarlo da soli oppure avvalendosi di una guida locale, affinché la tua esperienza sia autentica mi permetto di consigliarti di partecipare a un tour guidato come, ad esempio, questo:

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Si tratta dell’opzione complessivamente più economica se ti trovi in viaggio in Marocco e se hai intenzione di vedere altre cose nei dintorni: l’ideale è infatti approfittare di un’escursione verso il Sahara e del lungo tragitto che separa Marrakech da Merzouga per fare una tappa a Aït Ben Haddou.

Se invece preferisci muoverti in autonomia o con maggiore libertà, le opzioni a tua disposizione sono il noleggio auto oppure quella di un autista privato. Una volta raggiunto il villaggio di Aït Ben Haddou potrai scegliere liberamente se affidarti a una guida locale (opzione che raccomando) oppure se esplorarlo in autonomia. Tieni presente che il mero passeggiare per i vicoli del villaggio, se non accompagnata dalle spiegazioni storiche di un local, è piuttosto fine a se stessa. Per una guida locale si spendono circa 30 dirham a persona, ovvero l’equivalente di 3€: una cifra davvero irrisoria, ma che rappresenta un bel contributo all’economia del posto.

Il fiume Ounila completamente in secca dopo otto mesi di siccità. Sullo sfondo Aït Ben Haddou.
Il fiume Ounila completamente in secca dopo otto mesi di siccità. Sullo sfondo Aït Ben Haddou.

Rimanendo sul tema, sappi che nel villaggio troverai diverse botteghe di artigianato: ti consiglio di fare i tuoi acquisti qui piuttosto che in una grande città come Marrakech, non solo per supportare l’economia del villaggio ma anche perché la qualità degli oggetti – dai piccoli souvenir ai vestiti – è inevitabilmente più alta. Un esempio? Gli artisti locali realizzano dei bellissimi sketch utilizzando una tecnica di disegno molto speciale: intingono il pennello nel tè zuccherato, lo applicano sul foglio e lo scaldano su una fiamma per sfruttare la caramellizzazione degli zuccheri ed ottenere sfumature e ombre!

Se hai in programma un’escursione nel deserto, poi, ti segnalo che nelle botteghe di Aït Ben Haddou puoi trovare vestiti e sciarpe tipiche di ottima fattura a prezzi più che onesti: ti consiglio di comprare qui, ad esempio, il “passaporto del deserto”, la sciarpa che viene comunemente usata per difendersi dal caldo e dal sole nel Sahara. Una sciarpa da 3 metri di buona qualità costa 120 dirham (circa 11€).

Ait Ben Haddou in un urban sketch ad acquerello di Sara Bertoncello. Visita il suo portfolio!
Ait Ben Haddou in un bellissimo urban sketch ad acquerello di Sara Bertoncello. Visita il suo portfolio!

Cosa vedere in Marocco: conclusioni

Aït Ben Haddou è una delle tappe da inserire assolutamente nell’itinerario di qualunque viaggio in Marocco: si tratta di un villaggio unico nel suo genere, per la sua storia e per la particolarità delle sue costruzioni in fango, argilla e paglia. Avvalendoti di una guida locale vivrai al massimo l’esperienza, cogliendo ogni aspetto della visita e tuffandoti nella cultura e nelle tradizioni della popolazione del villaggio.

Se stai pianificando un viaggio in Marocco e hai bisogno di aiuto nella preparazione dell’itinerario, non esitare a contattarmi: insieme possiamo pianificare nei dettagli il tuo viaggio! Ricordati inoltre che è sempre una buona idea stipulare un’assicurazione di viaggio per evitare problemi non solo legati ad eventuali spese mediche, ma anche a piccoli e fastidiosi inconvenienti. Se pensi che un’assicurazione costi troppo, ti ricrederai scoprendo SafetyWing: vieni a dare un’occhiata!

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