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Qual è il rifugio più bello delle Dolomiti? Rispondere a questa domanda risulta alquanto difficile, ma una cosa è certa: il Rifugio Nuvolau, il più antico delle Dolomiti Ampezzane, non può che collocarsi ai primi posti di questa speciale classifica.
Di ritorno dall’Alta Via 1 delle Dolomiti, e dopo aver vissuto una giornata di emozioni inenarrabili proprio nel corso della tappa che mi ha condotto dal Lago Lagazuoi fino al Rifugio Nuvolau, voglio condividere con te il racconto della splendida escursione che parte dal Passo Falzarego e che raggiunge dapprima il Rifugio Averau e poi lo storico rifugio del Monte Nuvolau.
Sei pronto a scoprire tutto su questo splendido trekking nelle Dolomiti? Allora non devi far altro che continuare a leggere!
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In questo articolo
Dal Passo Falzarego al Rifugio Nuvolau: l’escursione in sintesi
Dal Passo Falzarego esistono diversi modi per raggiungere il Rifugio Nuvolau. Il più diretto, che descriveremo in questo articolo, attraversa un canalone roccioso alla base del Monte Averau.
🟧 L’escursione che dal Passo Falzarego giunge al Rifugio Nuvolau attraverso il canalone roccioso del sentiero 441 è riservata agli escursionisti esperti. Il percorso richiede buona preparazione fisica e un’adeguata attrezzatura da trekking.
🛜 La copertura cellulare è assente o discontinua per gran parte del percorso.
💧Una fontanella di acqua potabile è disponibile alla partenza, nei pressi del Passo Falzarego e, nello specifico, alla partenza della funivia del Lagazuoi.
👉 Scarica qui la traccia gpx dell’escursione!
DISLIVELLO POSITIVO E NEGATIVO | D+ 569 metri, D- 569 metri |
ALTITUDINE DI PARTENZA | 2117 mslm (Passo Falzarego) |
ALTITUDINE MASSIMA | 2575 mslm (Rifugio Nuvolau) |
SVILUPPO (ANDATA E RITORNO) | 10 chilometri circa |
TEMPO DI PERCORRENZA | 4 ore circa (salita) 3 ore e 30 minuti circa (discesa) |
DIFFICOLTÀ | E (Escursionistico) EE (Escursionistico Esperto) |
PERIODO CONSIGLIATO | Da luglio a settembre |
Ti raccomando di utilizzare degli scarponi da escursionismo e dei bastoncini da trekking, che sono fondamentali per evitare di stressare la schiena durante le escursioni e per distribuire meglio il peso dello zaino. Ti consiglio di valutare questo modello in alluminio e fibra di carbonio che ha un ottimo rapporto qualità-prezzo:
Il Passo Falzarego e il Lago de Limides
Dal Passo Falzarego, dove è possibile lasciare l’auto in un parcheggio a pagamento, imbocca il sentiero CAI 441 per la Forcella Nuvolau che si diparte a sud. La traccia si inoltra in un bellissimo ambiente di media montagna e regala degli scorci mozzafiato sia sulle cime della Croda Negra (2518 mslm) e dell’Averau (2648 mslm), che si ergono di fronte a te, sia sulle impressionanti vette del Lagazuoi e delle Tofane guardando nella direzione opposta.

Una salita molto dolce e panoramica conduce, in appena 1,5 chilometri, alla splendida conca dove sorge il Lago de Limides – uno specchio d’acqua il cui colore tende al verde, situato al cospetto dell’Averau. È proprio lì che sei diretto: tira il fiato e riposati, perché da qui in avanti la salita comincerà a farsi ben più impegnativa.

Escursione al Rifugio Averau
Continua a seguire il sentiero 441, che si lascia il Lago de Limides a sinistra dopo averlo costeggiato interamente, e inizia a salire con convinzione lungo il pendio erboso che lo circonda ai piedi della Cima Gallina (2344 mslm). Una breve rampa porta a intersecare una strada gippabile che risale dal Pénes de Fouzàrgo (località nei pressi del passo) e che si dirige verso il Monte Averau.
Attraversa un ponte di legno, dopodiché, al bivio ben segnalato con il sentiero 422 per la Croda Negra, prosegui sul 441 imboccando la ripida traccia che conduce in uno stretto canalone roccioso. Noterai che la vegetazione, ormai, è del tutto scomparsa.
⚠️ Questa parte del sentiero è particolarmente impegnativa e critica: alcuni passaggi richiedono di usare le mani per inerpicarsi sulle rocce e possono risultare insidiosi specialmente per gli escursionisti che stanno affrontando l’Alta Via 1 e che, dunque, portano con sé uno zaino pesante. Ti suggerisco di riporre i bastoncini da trekking, che in questa breve sezione sarebbero solamente un intralcio.
I bolli bianco-rossi sono sempre presenti a indicare la giusta via da seguire tra i massi e le rocce, ma bisogna prestare la massima attenzione – specialmente nel punto in cui si diparte un’impegnativa deviazione verso la Croda Negra – per evitare di sbagliare strada. Nello specifico, giunti a un bivio poco riconoscibile, devi prendere la stretta via che si diparte sulla sinistra e inerpicarti ancora lungo il canalone roccioso. Ti consiglio di verificare spesso la traccia gpx che ti ho fornito: ti aiuterà molto. Una volta risalito il canale, sempre con molta attenzione, noterai che il sentiero comincerà a spianare: ti attende la Forcella Averau a quota 2435 mslm!

Dal Passo Falzarego si impiegano circa 2 ore e mezza fino alla forcella. Da qui puoi procedere con molta più calma e rilassatezza, camminando per non più di 15 minuti su un sentiero comodo e pressoché pianeggiante che conduce fino al Rifugio Averau. La traccia, che di fatto gira intorno al Monte Averau, è ampia sebbene sia abbastanza esposta e riveli un panorama notevole sulla vallata sottostante e sull’incantevole Rifugio Nuvolau – che si mostra per la prima volta arroccato in modo molto suggestivo in cima all’omonimo monte come un nido d’aquila.

Rifugio Nuvolau come arrivare: la salita dal Rifugio Averau
Il Rifugio Averau, forse in modo un po’ controintuitivo, è costruito proprio in corrispondenza della Forcella Nuvolau a quota 2415 mslm. La sua posizione è invidiabile: si trova proprio alle pendici del Monte Averau, che lo domina totalmente, e regala delle viste clamorose sul Monte Nuvolau (il rifugio, ora, non è più visibile) e sulle affascinanti Cinque Torri – che sono tra le cime dolomitiche più importanti e suggestive della zona.

Ti segnalo che proprio al Rifugio Averau giunge la funivia che risale dall’Alpe Potor, ai piedi della Cinque Torri, e che consente quindi di raggiungere molto facilmente il rifugio.
Dal Rifugio Averau si intraprende una breve ma ripida salita di circa 30-40 minuti che conduce al Rifugio Nuvolau dopo una bella scalata dell’omonimo monte. Il sentiero 439 sale sulla roccia senza difficoltà particolari – anche se bisogna fare molta attenzione specialmente in caso di fondo bagnato. Il rifugio si mostra solamente nelle ultime fasi della salita, rivelandosi però in tutta la sua magnificenza.

Il Rifugio Nuvolau: un po’ di storia
La mia scalata al Rifugio Nuvolau ha avuto un unico protagonista indiscusso: la pioggia! Dopo una partenza assolata dalla Forcella del Lagazuoi, infatti, la minaccia della pioggia è stata una costante, che mi ha spinto a raggiungere il prima possibile dapprima il Passo Falzarego e poi, in sequenza, il Rifugio Averau e il Nuvolau. Devo dire di essere stato molto fortunato perché, alla fine, la pioggia è arrivata solamente una volta raggiunto (di gran passo) il rifugio.
Ho quindi potuto godermi uno squisito pasto caldo mentre fuori imperversava il diluvio e il panorama veniva inghiottito da una densa coltre di nuvole e nebbia … e ho quindi avuto anche tanto tempo libero a disposizione, nel pomeriggio, per perdermi, leggendo dei bellissimi libri a tema, nell’affascinante storia che il Rifugio Nuvolau custodisce con orgoglio.
“Montagna è desiderare la semplicità di un pasto caldo e l’accoglienza di un piccolo letto, è voler fuggire dal caos della vita di ogni giorno e ritrovare se stessi, è perdersi nella natura ed emozionarsi di fronte alla sua bellezza.”
Rifugio Nuvolau
Le origini di questo splendido rifugio risalgono addirittura alla seconda metà dell’Ottocento, quando il territorio di Cortina d’Ampezzo faceva integralmente parte dell’Impero Austro-Ungarico: forse non lo sapevi, ma fu solo al termine della Prima Guerra Mondiale, infatti, che queste zone divennero italiane. L’allora barone di Dresda, tale Richard von Meerheimb, amava a tal punto questa zona delle Dolomiti da decidere di donare una consistente somma di denaro al Club Alpino Austriaco per finanziare la costruzione di un rifugio alpino che fosse situato proprio in cima alla sua montagna preferita – il Nuvolau – cima che tante volte di era dilettato a scalare.
“Un mare di montagne è davanti a noi e sarebbe inutile volerle elencare o descrivere. Solo una macchina fotografica potrebbe fissare in parte le nostre impressioni.”
Paul Grohman, alpinista (1838-1908)

Lo sai che l’origine del nome del Monte Nuvolau – e quindi dell’omonimo rifugio – è ancora oggi avvolta dal mistero? Si pensa che l’ipotesi più probabile è che sia stato chiamato Nuvolau (o Nuvolao) perché la sua particolare posizione e conformazione fanno sì che molto spesso la vetta e il rifugio vengano avvolti da fitte nuvole!
Il primo rifugio sul Monte Nuvolau venne così costruito e prese il nome di Sachsendankhütte: aprì ai visitatori nell’agosto del 1883. Il rifugio era totalmente autogestito: gli alpinisti che lo raggiungevano non trovavano ad attenderli niente di più che birra, vino e un letto caldo. Deponevano i soldi in una semplice cassetta e ripartivano l’indomani.
Con il progressivo aumento dei visitatori del rifugio, ammontanti a oltre 300 nel solo anno 1893, si decise di affidare la struttura a un gestore e di ampliarla notevolmente. Gli scritti testimoniano che nell’anno 1911 passarono per il Rifugio Nuvolau addirittura 1500 escursionisti. In questo periodo venne costruita anche la prima piccola teleferica, con partenza dal Rifugio Cinque Torri, che veniva utilizzata per portare in vetta il cibo e i beni di prima necessità.
Nel 1915 il Regno d’Italia dichiarò guerra all’Impero Austro-Ungarico. Fu allora che lo storico gestore del rifugio, Fedele Siorpaes, venne arrestato da una pattuglia di militari italiani saliti in cima al Nuvolau. Durante la guerra, il rifugio venne in parte distrutto e fu necessario attendere fino al 1930 affinché la struttura potesse tornare in piena attività ed essere ristrutturata a dovere dietro alla guida di Marcello Siorpaes, successore di Fedele. La teleferica, tuttavia, rimase ferma ancora per tantissimo tempo, costringendo i rifugisti a delle lunghe e sfiancanti salite dal Rifugio Cinque Torri con il peso in spalla.
Per quasi 50 anni il Rifugio Nuvolau venne gestito da Mansueto Siorpaes, discendente dei primi rifugisti. Dal 2021, invece, la guida del rifugio è nelle mani della giovane Emma Menardi – prima donna ad aggiudicarsi questo importantissimo ruolo – e dalla sua famiglia.

Come dormire al Rifugio Nuvolau
Rifugio Nuvolau prenotazioni
Dormire al Rifugio Nuvolau è un’esperienza meravigliosa, ma devi sapere che è importante pianificarla con molto anticipo: i posti letto disponibili sono appena 24 e, come puoi ben immaginare, vanno letteralmente a ruba. Le prenotazioni per la stagione estiva (che va generalmente da metà giugno a metà settembre) aprono addirittura a febbraio e si esauriscono nel giro di poche ore: se desideri pernottare al Nuvolau, sappi che dovrai essere pronto a organizzare tutto molti mesi prima!
Rifugio Nuvolau prezzi
Quanto ai costi, devo dire che sono molto bassi rispetto alla media dei rifugi dolomitici – anche tenendo conto della grande popolarità del rifugio e della sua posizione davvero invidiabile. Trattandosi di un rifugio CAI (il Club Alpino Italiano), poi, i soci hanno diritto a uno sconto sul pernottamento e sul trattamento di mezza pensione, che include anche una cena abbondante e la prima colazione.
Se vuoi conoscere le tariffe precise, ti invito a consultare il sito ufficiale del rifugio.

Del resto, dormire al Nuvolau è un vero e proprio sogno per ogni amante della natura, della montagna e delle Dolomiti. Nel mio caso devo ammettere di avere avuto una fortuna sfacciata, perché non avevo affatto previsto di dormirci, ma l’Alta Via 1 ha voluto farmi un regalo davvero incredibile. Pensa infatti che, colto di sorpresa dalla pioggia – come ti ho raccontato – sono arrivato al rifugio e ho persino trovato un posto letto libero (probabilmente a seguito di una disdetta). Ovviamente non ci ho pensato due volte! È stato proprio così, grazie a un colpo di fortuna, che ho potuto inaspettatamente realizzare questo mio sogno!
E non solo. Dopo che una vera e propria tempesta si è abbattuta sul Nuvolau … alla fine è uscito il sole! E mi ha regalato un tramonto da favola, con tanto di doppio arcobaleno. Come si suol dire, a volte bisogna semplicemente lasciarsi trascinare dagli eventi e non aver paura di stravolgere i propri piani.

Ho amato tantissimo ogni istante della mia permanenza al Rifugio Nuvolau, e il motivo è presto spiegato. Il clima e l’atmosfera che lo animano sono esattamente in linea con quanto dichiarato dai gestori: semplicità, essenzialità e accoglienza sono le tre parole chiave.
Discesa dal Rifugio Nuvolau
Dal Rifugio Nuvolau si può scegliere se tornare al Passo Falzarego seguendo a ritroso il percorso descritto in questo articolo (opzione più breve, ma che ti sconsiglio) oppure se percorrere una variante più lunga ma meno impegnativa, che passa dal Rifugio Scoiattoli e dal Rifugio Col Collina prima di tornare al Falzarego. Quest’ultima è la versione che troverai all’interno della traccia gpx presente in questo articolo.
Se sceglierai di andare verso il Rifugio Scoiattoli, dovrai innanzitutto tornare al Rifugio Averau scendendo lungo il crinale roccioso del Nuvolau sulla traccia 439. Da qui, dovrai imboccare il sentiero 440 per scendere fino al rifugio (proseguendo oltre, riprendendo l’Alta Via 1, incontrerai anche il Rifugio Cinque Torri). Svoltando invece a sinistra al bivio della località Monte de Potor, potrai tornare lungo una comoda traccia verso valle – passando per il Rifugio Col Gallina prima di fare rientro al Passo Falzarego dopo un’escursione tranquilla e super panoramica. Ovviamente questo itinerario rappresenta anche una valida alternativa alla salita dal passo verso il Rifugio Nuvolau.
Il Passo Giau
Se invece non vuoi percorrere un itinerario ad anello e magari stai seguendo l’Alta Via 1 in direzione del Passo Giau, le possibilità sono molteplici e adatte a diverse tipologie di escursionisti: se non hai problemi ad affrontare le vie ferrate puoi proseguire oltre la terrazza del Rifugio Nuvolau per l’impervio sentiero della Ra Gusela, scendendo al Passo Giau nel modo più diretto possibile. Inutile dire che questa possibilità è riservata agli escursionisti esperti e attrezzati, mentre è assolutamente sconsigliata a chiunque non sia adeguatamente preparato e allenato a un percorso di questo genere di difficoltà.

Se preferisci seguire itinerari escursionistici, invece, non preoccuparti: puoi sempre riprendere il sentiero 439 in direzione del Rifugio Averau e, da qui, scendere al Passo Giau tramite i comodi sentieri 464 e 452 (attenzione ad alcuni tratti ripidi ed esposti su quest’ultima traccia, specialmente in caso di rocce scivolose). In alternativa, dal Rifugio Averau puoi scendere (dal versante opposto rispetto alla versione appena descritta) attraverso i sentieri 439 e 443 (in questo caso allungando notevolmente l’escursione fino al Passo Giau).
Il Passo Giau rappresenta un altro snodo cruciale per gli escursionisti dell’Alta Via 1 delle Dolomiti, essendo il passo di collegamento tra il gruppo dell’Averau-Nuvolau e il suggestivo Vallone di Mendeval – altra indimenticabile tappa del cammino che conduce fino al Rifugio Città di Fiume.
Come arrivare al Passo Falzarego
Il Passo Falzarego si raggiunge comodamente in auto in appena 30 minuti da Cortina d’Ampezzo e circa 1 ora e 30 da Belluno. Al passo è possibile lasciare l’auto al parcheggio della funivia, che applica una tariffa fissa di 5€ per le auto tra le 8:00 e le 18:00 e di 10€ tra le 18:00 e le 8:00.
Si applicano tariffe differenti per i camper e i caravan.

Dolomiti trekking al Rifugio Nuvolau: conclusioni
In questo articolo, oltre che parlarti di un meraviglioso e indimenticabile trekking nelle Dolomiti (a mio avviso tra i più sensazionali della zona) ho voluto raccontarti la mia esperienza al Rifugio Nuvolau: dormire in questo storico e affascinante rifugio era uno dei miei sogni e, inaspettatamente, sono riuscito a realizzarlo proprio mentre affrontavo l’Alta Via 1 delle Dolomiti.
💬 E tu, cosa ne pensi? Ti piacerebbe dormire al Rifugio Nuvolau? Fammelo sapere nei commenti!
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Nota: le eventuali tracce gpx inserite in questo articolo sono da intendersi unicamente come riferimento e potrebbero contenere imprecisioni o errori. L'autore non si assume alcuna responsabilità derivante dall'utilizzo da parte del lettore di tali tracce lungo i sentieri menzionati nell'articolo.