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Trekking in Val Brembana: il tour dei 7 laghi delle Orobie

La Val Brembana

Tra le valli più celebri della bergamasca, la Val Brembana deve il suo nome al fiume Brembo. Quest’ultimo sorge nel cuore delle Alpi Orobie e scava la vallata fino a confluire nell’Adda e, infine, a gettarsi nel Po.

Caratterizzata da una sconvolgente alternanza di paesaggi bucolici e aspri, la Val Brembana conta un gran numero di bacini artificiali realizzati a seguito della costruzione di dighe da parte della società Enel. Tra questi, i più celebri sono sicuramente i Laghi Gemelli (serviti anche dall’ominimo rifugio) che tuttavia non sono probabilmente i più spettacolari della vallata. A fare da contorno a tutti questi laghi sono imponenti cime, che riflettendosi nelle loro acque rendono lo scenario da cartolina: ad esempio, il Pizzo del Becco (2500 mslm) e le Cime di Sardegnana.

Come arrivare

Proveniendo da Milano si percorre l’autostrada A4 Milano-Venezia e si prende l’uscita per Dalmine. Proveniendo invece da Brescia si prende l’uscita Bergamo. Da lì si seguono prima le indicazioni per la Val Brembana, poi per Foppolo, e infine per Carona. Questo paese, piccolo ma decisamente turistico, rappresenta il punto di partenza dell’escursione.

Superato il cimitero di Carona e risalendo un paio di tornanti si arriva a un parcheggio gratuito, indicato come “parcheggio escursionisti”, dove possiamo lasciare l’auto per l’intera giornata.

L’escursione in sintesi

L’escursione proposta in questo articolo è un lungo trekking ad anello, ma decisamente semplice, che porta a visitare ben 7 laghi:

  • Lago di Carona
  • Lago del Becco
  • Lago Colombo
  • Laghi Gemelli
  • Lago di Piano Casere
  • Lago Marcio
  • Lago di Sardegnana

Per l’abbondante numero di bacini, questa zona della Val Brembana è anche chiamata “Altopiano dei laghi”.

Il Lago di Carona si trova in prossimità dell’ominimo paese, dunque lo troveremo proprio all’inizio dell’escursione. Il Lago di Sardegnana è invece quello più difficilmente raggiungibile e infatti può essere escluso dall’itinerario qualora non ce la sentissimo.

Il percorso è interamente di difficoltà E (Escursionistico), pertanto adatto anche a famiglie e bambini, se si esclude dal programma il Lago di Sardegnana. Il sentiero che discende da quest’ultimo lago verso Carona, infatti, è estremamente ripido e malmesso, pertanto è altamente sconsigliato percorrerlo con bambini o cani al seguito. Il dislivello è di circa 1 km, ben distribuito, nella versione che esclude il Lago di Sardegnana e di 100 metri in più nel caso si decidesse di visitarlo.

Le altitudini sono modeste e vanno dai 1110 mslm dell’abitato di Carona fino ai 2046 mslm del Lago Colombo (la diga più alta tra quelle toccate dall’itinerario).

La copertura telefonica non è costante, e assente nel tratto che va dal Lago del Becco al Lago Colombo.

La disponibilità d’acqua è buona: sono presenti fontanelle a Carona, al Rifugio Lago Gemelli e nella zona del Lago di Pian Casere.

Scarica qui le tracce gpx:

DISLIVELLO IN SALITA/DISCESA1060 metri (itinerario base)
1110 metri (con variante per Lago Sardegnana)
ALTITUDINE DI PARTENZA1110 mslm (Carona)
ALTITUDINE DI ARRIVO2046 mslm (Lago Colombo)
SVILUPPO (ANDATA E RITORNO)16 chilometri (itinerario base)
17 chilometri (con variante per Lago Sardegnana)
TEMPO DI SALITA2 ore/2 ore e 15 circa da Carona a Lago Colombo
TEMPO DI DISCESA2 ore circa (itinerario base)
3 ore e 30 circa (con variante per Lago Sardegnana)
DIFFICOLTÀE (Escursionistico) – itinerario base
EE (Escursionistico Esperto) – nel solo tratto di discesa dal Lago Sardegnana a Carona nel caso dell’omonima variante.
PERIODO CONSIGLIATOPrimavera-autunno (itinerario base)
Estate (variante per Lago Sardegnana)
L’escursione in sintesi.

Da Carona al Lago del Becco

Lasciata l’auto al parcheggio, ci avviamo verso la diga del Lago di Carona, la attraversiamo e iniziamo a costeggiare il lago sul suo lato destro. Molto presto prendiamo il sentiero 211 sulla destra in direzione Rifugio Laghi Gemelli, in prossimità del Ristorante Pineta, che si inoltra nel bosco e inizia a salire a tornanti, alternando tratti lastricati ad altri in cui sono presenti grossi sassi. Purtroppo le indicazioni sono poche e molto approssimative, ma non dobbiamo fare altro che continuare a salire. Prestate attenzione ai tagli, a volte ripidi ma convenienti, che possono essere usati per risparmiare tempo e metri.

La salita è abbastanza lunga ma non impegnativa: non è mai troppo ripida e il sentiero sale in modo lento e costante. Inoltre è interamente ombreggiato e fresco, quindi piacevole anche nei mesi estivi quando fa molto caldo. Lo svantaggio di ciò è ovviamente quello di non essere assolutamente panoramico, e di concedere solo qualche sporadico scorcio sulla vallata. Dopo circa un’ora e venti giungiamo a un bivio: sulla sinistra si raggiungono i laghi Becco e Colombo, mentre sulla destra si sale verso i laghi Marcio e Piano Casere. Prendiamo la sinistra.

La salita si fa leggermente più ripida, ma non impervia, e in meno di dieci minuti arriviamo alla diga del Lago Becco (o lago del Becco). Lo specchio d’acqua è incantevole, probabilmente uno dei più suggestivi previsti da questo itinerario, e soprattutto lo è il bucolico scenario che gli fa da contorno. Il lago è inoltre poco frequentato e quindi molto tranquillo e silenzioso. Ci troviamo a 1872 mslm, ai piedi del Pizzo del Becco (da qui il nome del lago). Sulla destra di ergono invece le aspre cime della Val Brembana che vanno dai 2300 ai 2500 mslm.

Il Lago Becco in Val Brembana: la tranquillità e il paesaggio bucolico che lo circondano lo rendono un luogo incantevole.
Il Lago Becco in Val Brembana: la tranquillità e il paesaggio bucolico che lo circondano lo rendono un luogo incantevole.

Dal Lago del Becco possiamo scegliere se proseguire costeggiandolo sul lato sinistro o sul lato destro. La seconda opzione è la più breve, ma consiglio di prendere il sentiero che passa sulla sua sinistra in quanto maggiormente spettacolare. Il sentierino è molto stretto e a tratti invaso dalla vegetazione, ma ti condurrà a una radura selvaggia dove poter ammirare il lago dalla parte opposta rispetto alla diga. La vista è straordinaria!

Il Lago Colombo

Siamo pronti a proseguire verso la seconda diga, quella del Lago Colombo. Lasciatoci alle spalle il Lago Becco, ci congiungiamo con il sentiero 250 che proviene dalla sponda destra di quest’ultimo. Ci aspetta una camminata di circa mezz’ora, in cui risaliremo meno di duecento metri di dislivello fino a raggiungere il lago.

La salita è molto dolce e costante, inoltre è resa piacevole dalla vista sulla vallata che ci accompagna per tutto il tempo. Intravediamo la diga solo all’ultimo, affrontiamo un breve allungo più ripido e giungiamo sul muro di contenimento.

Arriviamo finalmente al Lago Colombo, il lago più alto della nostra escursione in Val Brembana.
Arriviamo finalmente al Lago Colombo, il lago più alto della nostra escursione in Val Brembana.

Poco prima della diga notiamo un bivio: sulla sinistra si sale verso il Pizzo del Becco o per il Passo di Aviasco. La prima destinazione si raggiunge attraverso un sentiero di difficoltà EE (Escursionistico Esperto) con ferrata. Proseguiamo quindi dritti ignorando la deviazione.

Il Lago Colombo, a poco più di 2000 mslm, è molto più grande rispetto al precedente. Le sue acque sono scure e placide. Per godere di una vista soddisfacente sul lago si può proseguire sul lato sinistro, seguendo il sentiero che lo costeggia interamente, e iniziare a salire per un po’ verso il Passo di Aviasco. Prendendo quota il lago assume un aspetto decisamente più interessante e spettacolare.

Iniziamo la discesa: i Laghi Gemelli

Il nostro tour prosegue verso i Laghi Gemelli. Si attraversa la diga del Lago Colombo e si continua sul sentiero 250, che in circa 15 minuti scende fino alla terza diga.

Ecco la prima sorpresa: notiamo subito, infatti, che i Laghi Gemelli sono in realtà formati da un unico bacino: il nome si deve al fatto che, prima della costruzione della diga, avvenuta negli anni Trenta, questi erano in effetti due piccoli laghetti molto vicini e simili tra loro, tanto da sembrare uno il riflesso dell’altro. Purtroppo l’intervento umano ha fatto venire meno questa peculiarità, trasformando i due specchi d’acqua in un unico, grande lago sfruttato dall’Enel per la produzione di energia elettrica.

I Laghi Gemelli, tra le zone più famose e frequentate della Val Brembana.
I Laghi Gemelli, tra le zone più famose e frequentate della Val Brembana.

Gli abitanti della valle si tramandano una triste ma romantica leggenda riguardante i Laghi Gemelli. Si dice che l’origine dei due piccoli laghetti si debba a due giovani innamorati della valle, una falcoltosa ragazza e un povero pastore. Costretti alla fuga per scappare al matrimonio combinato della giovane con un ricco possidente, ad opera del padre, i due ragazzi si avventurarono in piena notte lungo i sentieri di montagna.

Sfortunatamente, nella foga caddero da un dirupo e i loro corpi precipitarono dando origine a due conche che iniziarono a riempirsi d’acqua: i due laghi gemelli, appunto. Il fatto che ora i due laghi siano uniti in un unico bacino può forse essere visto come il lieto epilogo di una drammatica storia d’amore.

Al di là dell’intervento dell’Enel, che purtroppo ne ha sconvolto l’aspetto, i Laghi Gemelli mantengono intatto ancora oggi il loro fascino e rappresentano una meta ambita e molto turistica: in estate il luogo è molto frequentato non solo dagli escursionisti, ma anche dai turisti che vogliono semplicemente rilassarsi in riva al lago o stendersi al sole nei prati circostanti.

In prossimità dei Laghi Gemelli, sulla destra rispetto alla diga, sorge inoltre l’omonimo rifugio, ottimo punto di appoggio e dove è presente anche una fontanella d’acqua potabile.

Lago di Piano Casere e Lago Marcio

Ci lasciamo alle spalle il Rifugio Laghi Gemelli e proseguiamo la discesa verso gli ultimi due laghi che ci restano da visitare. I sentieri che scendono sono due, alternativi: possiamo imboccare il 250 sulla destra oppure scegliere il 211 sulla sinistra, che scorre parallelo ma un po’ più in quota. Consiglio la seconda opzione, che porta a passare di fianco ai resti del vecchio rifugio (ne restano solo dei ruderi) e un’antica e decisamente peculiare chiesetta. Il sentiero scende dolcemente a parte qualche tratto leggermente più ripido.

Lungo la discesa il sentiero si biforca ulteriormente, ma le due vie sono sostanzialmente equivalenti sotto ogni punto di vista: in circa 20-25 minuti dalla diga dei Laghi Gemelli si scende in entrambi i casi all’altopiano dove sorgono i bacini artificiali di Piano Casere e del Lago Marcio. Troveremo il primo sulla nostra sinistra e il secondo sulla nostra destra (i due laghi sono davvero molto vicini, e sono adiacenti anche al Lago del Becco che abbiamo visto all’inizio dell’escursione).

Seguendo il sentiero 212 costeggeremo il Lago di Piano Casere (o Pian Casere), le cui acque sono molto scure e tetre, ma pur sempre affascinanti. Possiamo scegliere a questo punto se proseguire dritti verso la diga oppure se svoltare a destra sul sentiero 213 per costeggiare il Lago Marcio.

Probabilmente ci troveremo a passare in mezzo a dei pascoli: muoviamoci sempre lentamente quando passiamo vicino alle vacche, specie se hanno vitellini al seguito, e in particolar modo se avete con voi il vostro amico a quattro zampe (tenete sempre il vostro cane al guinzaglio). Movimenti bruschi o suoni acuti possono far spaventare gli animali o farli sentire in pericolo, aumentando il rischio che questi decidano di caricare. Quella di non guardare negli occhi gli animali e di non avvicinarsi troppo a loro è sempre una buona idea per evitare spiacevoli incidenti.

A dispetto del nome decisamente poco invitante, il Lago Marcio è un bellissimo laghetto, più piccolo rispetto al Lago di Pian Casere ma più grande rispetto al Lago del Becco, che gode anche di una comoda spiaggetta dove rilassarsi o stendersi al sole. Nell’estate del 2022 il lago ha subito i gravi danni causati dalla siccità, prosciugandosi quasi del tutto. Fortunatamente la situazione è rientrata e attualmente (estate 2023) il bacino è tornato a riempirsi e gode di ottima salute!

Costeggiando il Lago Marcio sulla sinistra percorriamo un bellissimo sentiero caratterizzato da bassi arbusti e pino mugo. Transitiamo di fianco alla piccola diga (non si può transitare sul muro) e prendiamo il sentiero 211/213 che scende verso valle.

Poco dopo aver iniziato la discesa ci troviamo al bivio con il sentiero, sulla destra, che sale al Lago del Becco e che abbiamo percorso precedentemente. Questa volta continuiamo a scendere fino ad arrivare a un nuovo incrocio: sulla sinistra si diparte il 211 che scende direttamente a Carona (lo stesso itinerario fatto per la salita), mentre sulla destra il sentiero 213 ci porta al Lago di Sardegnana.

Come già anticipato, quest’ultima variante va attentamente valutata: il sentiero che giunge al lago ci farà allungare l’anello e fare un centinaio di metri in più di dislivello; nel tratto iniziale è scavato nella roccia e molto scenografico, ma abbastanza stretto ed esposto sul precipizio. Sono sempre presenti parapetto e fune d’acciaio, pertanto il percorso può essere affrontato in sicurezza, ma va evitato in caso si soffra di vertigini (difficoltà E). Non c’è bisogno di dire che la vista è stupenda e merita la deviazione!

Infine bisogna sapere che una volta raggiunto il Lago di Sardegnana, la discesa verso Carona avviene per un sentiero estremamente ripido e malmesso.

Fatte le dovute considerazioni, con coscienza, scegliamo come proseguire!

Variante: il Lago di Sardegnana

Ci avventuriamo sul sentiero 213 e andiamo alla scoperta di un altro affascinante lago, il settimo e ultimo del nostro tour in Val Brembana! Il sentiero sale e scende continuamente, dapprima a strapiombo sulla parete rocciosa, e poi nel bosco dopo aver perso un po’ di quota. Nel tratto iniziale sono presenti anche alcune brevi gallerie scavate nella roccia. Al loro interno filtra abbastanza luce da non rendere necessario l’uso di una torcia, ma sono sicuro che l’avrai comunque nello zaino perché avrai letto il mio articolo sulle 10 cose da non dimenticare mai!

Ci troveremo a passare su alcuni grossi massi, residui di una frana. Questo tratto va affrontato con molta cautela perché non sono presenti protezioni e il fondo è instabile.

Circa a metà del tragitto verso il lago passeremo di fianco ai ruderi di una vecchia baita. Infine arriveremo all’ambita meta, il Lago di Sardegnana, in circa 35-40 minuti. Ci troviamo a 1738 mslm. La diga del lago è decisamente peculiare, essendo a forma d’arco. All’interno del bacino vengono convogliate le acque provenienti da altri otto laghi artificiali, inclusi tutti quelli che abbiamo visitato durante l’escursione! Da qui l’acqua passa poi in una condotta forzata fino a valle, dove sorge la centrale idroelettrica di Carona.

Il lago di Sardegnana in Val Brembana.
Il lago di Sardegnana in Val Brembana.

Il lago è sovrastato dal Pizzo del Becco e dai Corni di Sardegnana. In particolare, dalla diga guardando verso l’alto, si nota la bocchetta del Passo di Sardegnana. Il pezzo forte è però la cascata che si getta nel lago e che possiamo ammirare appena prima di arrivare al muro della diga: estremamente fotogenica, la cascata si getta in una porzione del lago molto suggestiva in quanto l’acqua riflette il verde della vegetazione circostante e delle alghe che colorano il fondo!

Dopo aver ammirato il lago e la bellissima cascata, è tempo di tornare a valle. Come già chiarito, non sarà una passeggiata di piacere. Quindi prepariamoci: usiamo sempre i bastoni da trekking e procediamo con molta calma.

Superiamo la diga e ignoriamo il sentiero 213 che prosegue inoltrandosi nuovamente nella vallata per raggiungere i vicini Lago dei Frati e Lago di Fregabolgia. Noi cerchiamo invece la traccia sulla sinistra (il sentiero non è numerato, ma sono presenti dei segni e delle indicazioni con vernice rossa) che scende verso valle percorrendo un tratto, particolare e scenografico, della vecchia ferrovia un tempo usata per trasportare il materiale necessario alla costruzione della diga. Facciamo attenzione: a un certo punto troviamo una linea di vernice orizzontale che ci invita a deviare sulla sinistra e ad abbandonare i binari. Passiamo quindi sotto alla ferrovia e ci inoltriamo nel bosco.

Da qui in avanti ci troviamo ad affrontare un sentiero in chiaro stato di abbandono, estremamente ripido e impervio, che va affrontato con molta cautela e molta calma. Seppur non catalogato ufficialmente, definirei il tragitto EE (Escursionistico Esperto). Alla fine della delicata discesa ci ritroviamo finalmente a Carona, in prossimità dell’orto botanico. Da lì in dieci minuti su asfalto torniamo alla diga e quindi, in altri dieci minuti, al parcheggio.

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