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Val Formazza: il Ghiacciaio dei Sabbioni
Il Ghiacciaio dei Sabbioni, o del Sabbione, sovrasta la Val Formazza e l’omonimo lago. Il colore turchese delle acque di quest’ultimo è dovuto proprio al fatto che queste sono alimentate dallo scioglimento del ghiacciaio. Inoltre il fondo del lago, biancastro, è quello tipico delle zone glaciali, e ciò contribuisce in maniera importante a rendere così intenso e puro il colore del bacino artificiale.
Seppure in sofferenza, per fortuna negli ultimi anni sembra che il ghiacciaio abbia smesso di arretrare. Gigantesco e imponente, quello dei Sabbioni è un ghiacciaio in grado di far sussultare chiunque: con la sua maestosità vi lascerà senza parole.
Escursione Punta Lebendun: premessa
L’escursione proposta in questo articolo è impegnativa e richiede l’attraversamento di un sentiero EE (Escursionistico Esperto). Il tragitto non presenta particolari rischi e non richiede l’utilizzo di attrezzature specifiche, ma sono comunque fondamentali assenza di vertigini, passo sicuro e un buon allenamento. Sono fortemente consigliati scarponi da trekking alti almeno fino alla caviglia e calze tecniche alte per ridurre al minimo la possibilità di infortuni, oltre ai bastoncini da trekking (utili soprattutto per la fase di discesa).
Non è consigliabile tentare l’escursione al di fuori dei mesi estivi. In tarda primavera o in estate inoltrata è comunque buona norma avere con sé i ramponcini da neve da utilizzare in caso di necessità.
L’intero sentiero si snoda su pietraie e grandi massi, e la traccia non è quasi mai evidente. Sono presenti bolli di vernice bianco-rossi che indicano grossomodo la via da seguire, ma occorre prestare sempre molta attenzione per individuare il tragitto migliore per risalire o per scendere. Pur non essendo esposto su dirupi o strapiombi, il fondo altamente instabile e le altitudini importanti sono fattori da prendere decisamente in considerazione prima di affrontare l’escursione.
Tenendo presente la salita a piedi da Canza, l’escursione è lunga oltre 21 km e il dislivello positivo da coprire è di quasi 1600 metri. Qui trovi la traccia gpx completa!
La salita fino al Lago Sruer
La salita al Lago Sruer, passando dall’Alpe e dal Lago Vannino, è una tipica escursione dell’Alta Val Formazza ed è un itinerario molto semplice che ho descritto in questo articolo. Seguendo esattamente la descrizione dell’escursione è quindi possibile arrivare al punto di partenza della salita verso Punta Lebendun, ovvero la sponda destra del Lago Sruer.
L’escursione a Punta Lebendun
Ci troviamo sulla riva del Lago Sruer: partiamo!
Iniziamo a costeggiare il lago seguendo il sentiero G37 che lo aggira sul suo lato destro. Di fronte a noi abbiamo l’imponenza delle Torri del Vannino che, se l’acqua è placida, si riflettono perfettamente nel lago. Il verde della vegetazione e il colore unico del bacino dello Sruer rendono il paesaggio incredibilmente suggestivo. Man mano che prendiamo quota, risalendo su uno stretto ma agevole sentierino, la vista sul lago diventa sempre più incredibile e soddisfacente: il paesaggio è bucolico e irresistibile!
Dopo aver raggiunto i 2400 metri circa, il sentiero curva decisamente a destra e diventa notevolmente impegnativo. Ci accorgiamo che anche il paesaggio è cambiato completamente: la vegetazione ormai è ridotta al minimo e a farla da padrona sono rocce, ghiaia e alte pareti. Man mano che proseguiamo la vegetazione sparisce completamente, lasciandoci soli con il fondo sconnesso e roccioso. Alle nostre spalle c’è il Lago Sruer, che per noi diventa sempre più piccolo e sempre più affascinante.
Questa è la parte più difficile dell’escursione: la pietraia sale ripida e impietosa fino a circa 2550 metri di altitudine. Oramai non vi è più alcuna traccia: cerchiamo a vista i bolli di vernice bianco-rossa sulle rocce più alte e cerchiamo di individuare i punti più confortevoli dove passare per raggiungerli. Occorre fare molta attenzione e verificare sempre che le rocce dove stiamo per appoggiare il piede siano sufficientemente stabili. Ricordiamoci anche che a queste altitudini, anche in estate, potrebbero essere rimasti residui di neve e ghiaccio, quindi dobbiamo essere pronti a indossare i ramponi se necessario o a cambiare strada per evitarli.
Finalmente, in prossimità del bivio che a sinistra conduce al Passo del Vannino e a destra prosegue verso Punta Lebendun, possiamo riposarci per un momento e riprendere fiato. Qui le rocce sono ancora più grandi e camminarci sopra è impegnativo, ma la pendenza della pietraia è leggermente minore. A 2650 metri di altitudine circa, il sentiero piega a sinistra smettendo di salire e proseguendo in cresta. La visuale finalmente si apre e ci ritroviamo al cospetto del Ghiacciaio dei Sabbioni: la vista è mozzafiato e ci darà il giusto boost per proseguire oltre!
Dobbiamo continuare a salire, avventurandoci sui grandi massi, mentre la traccia piano piano si avvicina a Punta Lebendun, che si erge alla nostra destra. Sulla sinistra continuiamo a vedere il ghiacciaio da varie angolazioni. Giunti prima dell’ultimo strappo riusciamo già a vedere sulla sinistra, giù a valle, il bellissimo Lago dei Sabbioni. In lontananza possiamo scorgere anche i famosi rifugi Claudio e Bruno e 3A, nonché il Ghiacciaio dei Camosci poco più in alto. Ho raccontato dell’escursione al Lago Sabbioni e ai rifugi d’alta quota della Val Formazza in questo articolo!
A 2800 metri di altitudine, proprio sotto alla cima di Punta Lebendun, troveremo diversi punti panoramici e spot fotografici sul Ghiacciaio dei Sabbioni, sull’omonimo lago e sull’intera Val Formazza. Lo scenario è unico, quasi da cartolina: non ci resta che goderci il momento e assoporalo intensamente. Il tempo di salita è di circa un’ora e mezza dal Lago Sruer.
Se ce la sentiamo di avventurarci oltre, il sentiero G39 prosegue andando a sfiorare le Guglie di Lebendun, il Pizzo del Costone, lambire il Ghiacciaio dei Gemelli di Ban e giungere infine all’ominimo laghetto e scendere dunque alla diga del Lago dei Sabbioni. Questo itinerario è lungo e molto impegnativo. Per raggiungere il laghetto dei Gemelli di Ban suggerisco invece di partire dalla diga dei Sabbioni, a partire dalla quale serve solo un’ora di cammino.
La discesa avviene per lo stesso tragitto dell’andata. Ovviamente occorre prestare notevole attenzione nella fase di discesa, soprattutto nel tratto di pietraia maggiormente ripido e laddove i bolli e la traccia sono particolarmente poco evidenti. Si impiega circa un’ora per ridiscendere fino al Lago Sruer.