ACQUERELLI IN VIAGGIO
“La passione per i viaggi si intreccia a quella per la scrittura e per l’acquerello in una nuova brillante serie di lavori che vi porteranno in terre lontane a vivere sui passi di due viaggiatori.”
— Sara Bertoncello
Il silenzio del Deserto
Riesci a sentirlo?
È il silenzio del Deserto.
Il silenzio di un popolo che vive nella semplicità,
con il sorriso sulle labbra e con uno sguardo fiero in volto.
Il silenzio di un popolo che vive in un villaggio
dove le case sono fatte di fango e argilla,
dove si beve tè alla menta seduti in cerchio,
dove la notte si canta e si balla intorno a un fuoco.
Insieme.
Un villaggio che da decenni vede l’Occidente passare,
distrattamente,
e Hollywood arrivare,
e poi andare via,
lasciando dietro di sè una scia di consumismo e modernità
che qui non appartengono.
Un villaggio dove la siccità può durare anche anni,
ma non può spegnere l’entusiasmo che vive
e anima
il popolo marocchino.
An Daingean
Immerso nel grigiume di un cielo basso
e denso,
c’è un villaggio irlandese di pescatori
e pastori,
incastonato nella bellezza senza tempo
di panorami selvaggi
e aspri,
dove le antiche tradizioni sono ancora vive
e la lingua gaelica risuona con orgoglio.
Forse nel colore acceso di questi edifici,
o forse tra le note di una ballata celtica,
si cela il segreto del suo malinconico fascino.
Incontri Fugaci
Un cielo sporcato dalle nuvole sopra una mente sgombra dai pensieri. Finalmente felice, finalmente serena.
Uno sguardo, un sorriso, un’intesa silenziosa.
Il vento che soffia, la luce che cala. Il sole si avvia verso un altro, inesorabile tramonto. Approccia il profilo delle montagne, gli si posa sopra, si baciano. Un incontro fugace. E poi giù, a nascondersi forse alla vista ma non al cuore.
Lampi color porpora nel crepuscolo estivo, fiamme alle spalle del Rosa. Il cielo come una tela, è un tripudio di mille colori.
Nel silenzio di una sera d’estate, tra grilli e camosci, nell’abbraccio caldo di due anime simili, strette strette a trovare conforto e sognare il domani mentre scende la notte.
Una notte in Lapponia
Quando arriva l’inverno tutto diventa più magico: le temperature crollano, la neve cade abbondante imbiacando il paesaggio e rivestendo gli alberi di un candido ed elegante mantello. Il buio incombe famelico, inghiottendo a poco a poco le giornate e concedendo alla luce del sole solo brevi ma significative apparizioni.
Calano le tenebre. Nelle calde baitine in legno si accendono luci soffuse, che animano il villaggio come flebili fiammelle mosse dal vento. Il silenzio è irreale. Nell’aria, gelida e tagliente, si respira un’atmosfera fiabesca. E mentre ad ogni passo gli stivali sprofondano nella neve, lo sguardo sognante si alza a contemplare la meraviglia di un cielo scuro e tempestato di stelle.
Poi, all’improvviso, accade: fasci di luce che investono la volta celeste; nastri luminosi che ondeggiano, si intrecciano, volteggiano con maestria ed eleganza. Ora compaiono, ora scompaiono. Ora più intensi, ora più deboli. Si riflettono nella superficie di placidi laghi; si riflettono negli occhi lucidi di semplici sognatori con lo sguardo rivolto all’insù.